La Cina è pronta a chiudere i campi di lavoro. A dirlo è la Xinhua, l'agenzia di stato, che ha annunciato l'intenzione del Partito Comunista di eliminare i controversi luoghi di prigionia, nello sforzo di migliorare l'applicazione di "diritti umani e pratiche giudiziarie".
La decisione è arrivata al termine di un meeting durato quattro giorni, conclusosi martedì a Pechino, di cui solo oggi si sono conosciute le conclusioni.
I campi furono messi in piedi per punire gli oppositori del partito e "rieducarli attraverso il lavoro" durante il periodo maoista. Le ultime cifre rese disponibili dal ministero della Giustizia cinese - ricorda la Cnn -determinavano in 160mila il numero di prigionieri, in 350 strutture. Secondo le Nazioni Unite sarebbero però 190mila.
Ad agosto - ricorda il Wall Street Journal - l'Accademia cinese delle scienze sociali, think tank governativo, aveva messo in guardia da abusi nel sistema, sempre più osteggiato dall'opposizione.
In un documento stilato a conclusione dell'incontro, le autorità hanno annunciato anche un ammorbidimento nel discusso programma di pianificazione famigliare, che permetterà di avere due figli a quei nuclei famigliari in cui uno dei genitori è figlio unico.
Una legge entrata in vigore nel 1979 permetteva alle coppie di avere un solo figlio. La possibilità di un secondo era prevista per le minoranze etniche, per le coppie di zone rurali con una femmina per primogenito e per le famiglie in cui entrambi i genitori fossero figli unici.
538em;">Una svolta - si legge sul Wsj - che è anche una risposta a una popolazione la cui età media sta salendo rapidamente, un dato che rischia di essere problematico in termini di competitività economica.
Il comitato centrale del partito ha deciso anche la riduzione del numero di crimini per cui si potrà applicare la pena di morte.
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