La redazione de ilGiornale.it raccoglie l'iniziativa spontanea di alcuni lettori di scrivere una mail alla ambasciata indiana a Roma per protestare contro il trasferimento in carcere dei due marò (leggi l'articolo). FACCIAMOCI SENTIRE Scriviamo all'ambasciata indiana.
La decisione era attesa. Il giudice indiano della corte di Kollam, chiamato a giudicare sulla vicenda della Enrica Lexie e sull'uccisione di due pescatori indiani, di cui sono accusati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, marò del battaglione San Marco a bordo dell'italiana Enrica Lexie, fa sapere il suo verdetto. E il risultato non è positivo per gli italiani.
I due militari, attualmente in stato di fermo, trascorreranno tre mesi di carcere preventivo nell'istituto penitenziario di Trivandrum, nel Kerala. Saranno trasferiti con effetto immediato. Unica concessione un trattamento differenziato, da imputare allo status particolare dei due marò. E la possibilità per la polizia e la direzione generale delle prigioni di disporre in seguito una forma di custodia differente.
La decisione del giudice arriva annunciata, dopo che questa mattina il Chief Minister del Kerala, Oommen Chandy, aveva parlato a Times of India di "prove incontrovertibili" a carico dei due militari italiani, nei confronti dei quali auspicava un trattamento identico a quello di qualunque altra persona e "nessuna indulgenza".
La protesta italiana
Una situazione "inaccettabile". Giampiero Mussolo, segretario generale della Farnesina, ha commentato così quando accaduto ai due marò, detenuti in carcere, chiedendo all'incaricato d'affari indiano a Roma, Saurabh Kumar, che sia fatto "ogni sforzo per reperire prontamente strutture e condizioni di permanenza idonee" per i due militari.
Su indicazione del ministro degli Esteri Giulio Terzi, Mussolo ha anche bollato come inaccettabili le misure prese in considerazione dello status dei nostri due militari, sottolineando l’estrema sensibilità della questione per le autorità italiane, per le famiglie e per l’opinione pubblica e parlamentare italiana.
I militari italiani "non possono e non debbono essere detenuti in una prigione per detenuti comuni", ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura, aggiungendo che "non mi muovo da qui fino a quando non avremo chiarito una situazione
inaccettabile". Riguardo all'ipotesi di una detenzione dei marò in un carcere con detenuti comuni, De Mistura ha sottolineato che "in nessun Paese al mondo questo verrebbe accettato e noi non lo accettiamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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