Kiev lancia il blitz contro i filorussi

Caccia ed elicotteri all'assalto dell'aeroporto militare di Kramatorsk, che è stato riconquistato

Kiev lancia il blitz contro i filorussi

Cacciabombardieri, elicotteri che sbarcano truppe, colonne di blindati e notizie, non confermate, dei primi morti negli scontri scoppiati fra soldati ucraini e miliziani filorussi.
Questa volta Kiev ha lanciato veramente un'operazione militare contro i separatisti nell'Est del Paese riconquistando l'aeroporto di Kramatorsk, ma sarà molto dura che riescano ad avanzare e liberare gli edifici pubblici occupati in una decina di città dai paramilitari filo russi. Nonostante le dichiarazioni truculente del generale Vladimir Krutov, nuovo numero due dei servizi segreti di Kiev e comandante dell'operazione militare: i miliziani che «non deporranno le armi saranno liquidati» ha annunciato il generale. Se accadrà Mosca è pronta a cogliere il casus belli per intervenire nell'Ucraina orientale in difesa dei russofoni.

«I caccia sfrecciavano a volo radente e sono arrivati gli elicotteri. Secondo testimoni locali sparavano, ma l'aeroporto non è stato bombardato» racconta al telefono Freddy Paxton, un freelance inglese a Kramatorsk. Le forze inviate da Kiev si sono scontrate con i miliziani filorussi che controllavano lo scalo. Secondo notizie di agenzia non confermate i morti sarebbero 4 o 11, ma potrebbe essere anche un sistema per ingigantire le notizie. Non a caso da Mosca è trapelata subito la «profonda preoccupazione per le notizie delle vittime». Il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha dichiarato che «l'Ucraina si trova sull'orlo della guerra civile. È spaventoso».
Il giornalista britannico sul posto non ha visto cadaveri, ma «una folla inferocita di filo russi premere al cancello d'ingresso dell'aeroporto militare». I soldati ucraini che lo presidiano sono in tenuta di combattimento e hanno sparato in aria per disperdere i manifestanti. Non riusciranno ad avanzare senza scontri a fuoco su Slaviansk, la cittadina occupata dai miliziani filorussi in armi, che hanno eretto barricate e posti di blocco ad ogni via d'ingresso. Una colonna di 10 blindati e 10 carri armati con 350 uomini della Guardia nazionale è stata avvistata a 40 chilometri dalla città, ma pur avvicinandosi non ha sferrato fino a ieri sera alcun attacco.
Nella roccaforte un'intercettazione dei servizi segreti di Kiev avrebbe individuato un ufficiale del Gru, i servizi segreti militari russi, Igor Strelkov, che parlava con il suo comando.
Un video scovato dal Giornale su YouTube mostra un ufficiale giunto da Simferopoli, capitale della Crimea, che arringa un gruppo di poliziotti passati con i filorussi a Gorlowka. «Sono un tenente colonnello dell'armata russa e da questo momento il vostro comandante è Drusgenko Alexandr Fiodorovic» spiega l'ufficiale in mimetica verde, ma disarmato. (guarda il video)

L'impressione è che sarà molto dura, senza provocare un bagno di sangue, riconquistare i numerosi edifici pubblici occupati dai separatisti. Lo stesso presidente ucraino, Oleksandr Turchynov, ha parlato di un'operazione «che si svilupperà a tappe» per contrastare il tentativo russo di «incendiare non soltanto Donetsk e la sua regione ma tutto il sud-est, da Kharkiv a Odessa».
Il pericolo maggiore, come denunciano i filorussi, è l'impiego degli ultranazionalisti che hanno combattuto a Maidan per rovesciare il regime precedente vicino a Mosca. Fra i 350 uomini della guardia nazionale inviati nell'Est ci sono anche «veterani» della rivolta. Le truppe sono affiancate da unità speciali del ministero dell'Interno, come i reparti Alfa, pronte ad ingaggiare battaglia.
La notte precedente all'intervento militare il presidente russo Vladimir Putin aveva chiamato al telefono Barack Obama alla Casa Bianca. Il colloquio è stato duro, con il capo del Cremlino che smentiva la presenza di truppe di Mosca in Ucraina ed il presidente americano che gli intimava di «far deporre le armi ai filorussi».


L'offensiva separatista scattata sabato e la svolta militare di Kiev mette a rischio il vertice di domani a Ginevra fra Usa, Russia, Ucraina e Ue, che doveva trovare una soluzione diplomatica alla crisi. E nella serata di ieri Putin ha chiesto al segretario dell'Onu, Ban ki Moon, un'improbabile condanna dell'intervento militare di Kiev.

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