«Qualche volta è salata, qualche volta sa di champagne. Mmm.. forse un po' anche di limone». Carrie Steele è diventata il sommellier della sua stessa pipì. Non come forma di perversione, ma per motivi di salute. Sopravvissuta a un melanoma e poi a un aneurisma, Carrie - americana del Colorado, 54 anni - ha sempre diffidato delle terapie tradizionali. E una volta che il suo tumore è andato in remissione, ha iniziato a frugare nei testi di medicina alternativa. Ha scoperto alcuni teorici della medicina a base di pipì. E ha iniziato a provare.
La sua storia viene raccontata oggi sul sito del Sun. Gli inizi, sembra di capire, non sono stati facili. Ma poi Carrie, superato l'imbarazzo e il disgusto iniziale, ci ha preso gusto. Qualche medico tradizionale ha cercato di dissuaderla, spiegandole che le sostanze tossiche contenute nell'urina difficilmente le avrebbero fatto bene. Lei però ha insistito. Da un bicchiere al giorno è passata a cinque. E da allora, assicura, non si è mai più ammalata.
Da panacea contro le malattie, per Carrie la pipì ha allargato man mano le sue funzioni. Sciolta nell'acqua della vasca, al posto del bagnoschiuma. Come cosmetico. E persino al posto del dentifricio. In quest'ultimo utilizzo, d'altronde, Carrie ha precedenti assai antichi: Catullo in un suo celebre verso prendeva in giro il suo contemporaneo Egnazio, che non faceva mistero di lavarsi i denti con l'urina: «Sciocco, più i tuoi denti sono candidi, più attestano che tu hai bevuto questa porcheria!».
Le foto sorridenti di Carrie pubblicate
dal Sun mentre sorseggia il suo singolare rimedio fanno pensare: in fondo, contenta lei. E poi di effetti placebo è piena la storia della medicina. Ma una domanda resta inevasa: troverà ancora qualcuno disposto a baciarla?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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