L'appello: salvate "Airbnb", il sito degli affitti di privati a New York

Il motto della community è "far sentire tutti a casa, in tutto il mondo", ora nella Grande mela le autorità minacciano di farla chiudere. Parte la raccolta firme

L'appello: salvate "Airbnb", il sito degli affitti di privati a New York

Una vacanza a New York sentendosi un po' new yorker, grazie a una casa a Chelsea o al Village, e magari risparmiando rispetto alle tariffe degli hotel. Su Airbnb, il sito dove è possibile prendere in affitto un appartamento nella Grande mela (oltre che in decine di altre città in tutto il mondo) messo a disposizione da cittadini privati, c'è una scelta amplissima e suddivisa per fasce di prezzo. Farsi ospitare da un newyorchese è facile, non ci sono complicazioni burocratiche. Il turista è soddisfatto da un'esperienza alternativa e l'host, il proprietario che per una o due settimane può farsi ospitare da un amico, si paga bollette e spese. A volte nasce pure un'amicizia, altre un utile contatto oltreoceano.
Peccato però che da qualche tempo Airbnb stia dando fastidio agli albergatori di Manhattan, che protestano perché gli host privati non pagano le tasse su quello che intascano e si appellano alla giustizia. Gli affittuari "occasionali" si appellano quindi ai loro ospiti con una raccolta firme, ricordando che la loro non è certo un'iniziativa a scopo di lucro. "Abbiamo bisogno del tuo aiuto per salvare Airbnb a New York - scrive Douglas Atkin, responsabile globale della community -. Sapete quanto questa esperienza abbia un carattere unico e locale e che la maggior parte dei nostri host è rappresentata da persone comuni che cercano di far quadrare i conti affittando le proprie case".
Questo sistema che prova a "far sentire a casa tutti in tutto il mondo" è sotto minaccia, continua Atkin: "Il Procuratore generale di New York ha chiesto i registri di quasi tutti gli host della città. Stiamo combattendo questo mandato di comparizione con tutti i mezzi a nostra disposizione, ma una legge mal scritta comporta una grande difficoltà nell'applicarla". La community Airbnb di New York è in allarme e lancia una petizione per chiedere di cambiare la legge che la sta mettendo in difficoltà. L'obiettivo è raggiungere 200mila firme, che Mishelle, una delle host, consegnerà al Senato di New York.
"Stiamo cercando di salvare Airbnb a New York - scrive Mishelle da Williamsburg, Brooklyn -, gli host come me sono sotto attacco e se questo può succedere qui, può succedere ovunque. La legge in questione era stata concepita per fermare i 'signori dei bassifondi' che gestivano hotel abusivi affittando decine di appartamenti. Io sono una newyorchese che cerca solo di pagare le bollette, non capisco perché pensino che sono una 'slumlord'".

Mishelle racconta una storia molto simile a quella delle decine di cittadini comuni che affittano la propria casa sul sito e descrive lo spirito dell'iniziativa: "Dopo una carriera nell'esercito ho deciso di tornare all'università e completare gli studi in Public policy, affittare una camera di casa mia mi ha aiutato a tornare alla vita civile, a realizzare i miei sogni fornendomi un'entrata economica. Airbnb mi ha salvato, ora salviamo Airbnb".

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