I giornali israeliani parlano di una nuova diplomazia ammaliatrice dell'Iran che cerca di incantare la comunità internazionale e convincerla a un cambio di passo, all'alleggerimento delle sanzioni contro Teheran e il suo programma nucleare. Se l'America e i partner europei sono pronti a «un test» diplomatico, Israele non è convinto e il suo scetticismo ha fatto rumore.
Davanti all'Assemblea generale della Nazioni unite, il presidente iraniano Hassan Rouhani martedì ha detto che Teheran «non rappresenta una minaccia per il mondo», ha parlato di dialogo, aperture diplomatiche, ha evitato attacchi all'America, Israele, l'Europa. La «charme offensive» è continuata davanti alle telecamere della Cnn. Intervistato da Christiane Amanpour, Rouhani, in rottura con la retorica del suo predecessore Mahmoud Ahmadinejad, che ha definito più di una volta la Shoah un «mito» creato dagli ebrei, ha riconosciuto l'Olocausto e condannato i crimini nazisti. «Non sono uno storico e quando si tratta di parlare delle dimensioni dell'Olocausto sono gli storici che dovranno riflettere - ha detto - Qualunque crimine accada nella storia dell'umanità, compresi i crimini dei nazisti contro gli ebrei e i non ebrei, è riprovevole e da condannare». Già qualche settimana fa, in un messaggio su Twitter, Rouhani aveva fatto gli auguri agli ebrei nel mondo in occasione del nuovo anno ebraico e nel discorso di martedì a Palazzo di Vetro il presidente ha citato, accanto al Corano e alla Bibbia, la Torah.
Giornali e tv di tutto il mondo ieri parlavano ancora delle aperture dell'Iran - oggi il segretario di Stato americano John Kerry incontra il ministro degli Esteri Javad Zarif - del riconoscimento di Rouhani dell'Olocausto, quando la Fars, agenzia di stampa vicino al regime, ha corretto la Cnn. Per colpa di una traduzione poco accurata, scrive la Fars con sottolineature, l'emittente americana avrebbe «fabbricato» le dichiarazioni del presidente che, senza pronunciare la parola Olocausto, ha genericamente condannato i crimini nazisti. E secondo quanto scritto su Twitter dal corripondente del New York Times a Teheran, il messaggio consegnato da Rouhani ad Amanpour in inglese («Porto la pace e l'amicizia degli iraniani agli americani») ieri era bloccato su internet in Iran.
Prima ancora che l'agenzia correggesse la Cnn, Israele aveva già mostrato il suo scetticismo sulle aperture iraniane. Dopo il discorso di Barack Obama martedì, prima ancora che sul podio dell'Onu salisse Rouhani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ricordato come «soltanto la settimana scorsa Rouhani, come il suo predecessore Ahmadinejad, si è rifiutato di riconoscere l'Olocausto. Quando l'Iran smetterà di invocare la distruzione di Israele, allora ascolteremo i loro discorsi all'Assemblea generale». La delegazione israeliana è uscita dall'aula quando il presidente di Teheran ha pronunciato un discorso che Netanyahu ha definito «pieno di ipocrisia», «cinico», un'operazione di «pr».
La settimana scorsa Rouhani ha presenziato a una parata militare, tra missili a lunga gittata Shihab-3 e striscioni su cui era scritto «Israele deve cessare di esistere», ha detto al giornale Israel HaYom l'ex ambasciatore alle Nazioni unite Dore Gold. «Se è vero che ha riconosciuto la Shoah, non ha condannato chi nega la Shoah, come il suo predecessore o gli altri dirigenti iraniani», ha spiegato alla radio pubblica israeliana il ministro per gli Affari strategici, un fedele di Netanyahu, Yuval Steinitz.
«I dirigenti spirituali che hanno negato l'Olocausto sono ancora al loro posto», ha detto il vice ministro degli Esteri Zeev Elkin, con un riferimento alla guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, l'uomo che - come tutti sanno nei corridoi della politica israeliana - regge realmente il potere a Teheran.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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