Londra, la difesa dell'isoletta diventa un video

Le parole del primo ministro Cameron, dopo l'attacco verbale della Russia, sbarcano su Youtube. E qualcuno sospetta che il premier si sia ispirato a Hugh Grant per l'intervento

Il primo ministro inglese David Cameron
Il primo ministro inglese David Cameron

«Se dovessi continuare a elencare il nostro contributo all'arte, alla letteratura, alla filosofia e alle lingue parlate nel mondo, dovrei metterlo in musica. Così è meglio che mi fermi qui». E invece no, invece musica sia. Finita su Youtube. Ci ha pensato il Guardian a trasformare l'accorata difesa di David Cameron - dopo le voci di un attacco verbale al G20 del portavoce del presidente Putin, che avrebbe definito il Paese "un'isoletta a cui nessuno dà retta" - ad aggiungere qualche nota per far diventare l'intervento del premier inglese una colonna sonora. D'altra parte il primo ministro aveva approfittato della replica per ricordare i valori di cui la «gloriosa storia» della Gran Bretagna è stata portatrice nel mondo, dalla Rivoluzione industriale all'abolizione della schiavitù, dall'invenzione della tv al world wide web, passando per la musica dei Beatles, di Elgar e perfino dei One Direction che hanno «deliziato» milioni di persone.
Il quotidiano britannico ne ha fatto un piccolo video musicale in cui le parole del primo ministro sono accompagnate da un sottofondo di musica da banda che ironicamente propone alcuni «inni» patriottici: prima una versione con ritmo da circo di «Rule Britannia», l'antico inno dell'Impero, che accompagna riprese di alcuni momenti del vertice di San Pietroburgo velocizzati, poi una versione lenta dell'inno religioso-patriottico «Jerusalem» che fa da sottofondo ai momenti più salienti della piccata - ma anche autoironica - apologia di Cameron.
Tra l'altro qualcuno sospetta che il discorso in cui il premier si è lanciato abbia avuto un'ispirazione cinematografica. Il riferimento è alla commedia "Love Actually" (2003) del regista britannico Richard Curtis.

Una delle scene più note del film vede Hugh Grant nei panni di primo ministro che, in conferenza stampa con il presidente degli Stati Uniti (interpretato da Billy Bob Thornton) sorprende tutti con un appassionato patriottico discorso e pronunciando la frase rimasta celebre «Possiamo anche essere un paese piccolo, ma siamo anche un grande Paese. Il Paese di Shakespeare, di Churchill, dei Beatles, di Sean Connery, di Harry Potter. Del piede destro di David Beckam. E in effetti anche del piede sinistro di David Beckham.

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