Londra, polizia "trasparente": telecamere agli agenti

Cinquecento mini-camere affidate ai poliziotti in dieci sobborghi della capitale. Serviranno a limitare il crimine ed evitare abusi delle forze dell'ordine

Un poliziotto con una telecamera sulla divisa
Un poliziotto con una telecamera sulla divisa

Misurano quanto un pacchetto di sigarette e ogni agente le indosserà durante il proprio turno, per filmare gli interventi "live", in azione. Benvenuti a Londra, dove per tutelare al meglio i diritti dei cittadini e garantire alle forze dell'ordine interventi ancora più efficaci, Scotland Yard a partire da oggi affida 500 mini-telecamere ai propri poliziotti in un'operazione di trasparenza destinata a fare scuola in Europa.

«Le telecamere indossate non ci aiuteranno solamente a combattere meglio il crimine e a supportare le vittime, ma aiuteranno la Met a essere anche più affidabile», ha spiegato il capo della Polizia Sir Bernard Hogan-Howe.
In effetti il modello è quello statunitense di Rialto, California, dove le telecamere installate sulle uniformi degli agenti, per un periodo di sperimentazione lungo un anno, hanno portato a un quasi totale annullamento dei reclami da parte dei cittadini sulla condotta degli agenti (le proteste sono crollate dell'88%) e alla drastica diminuzione dell'uso della forza da parte degli agenti (con una diminuzione del 60%).

«La nostra esperienza nell'utilizzo di telecamere ci ha già dimostrato che le persone tendono maggiormente a dichiararsi colpevoli se sanno che abbiamo registrato quanto accaduto», ha precisato la Metropolitan Police, che prevede un'impennata nei processi e nelle condanne. Un video mostrato in occasione dell'inaugurazione della nuova operazione lo prova: un uomo colpevole di violenza domestica ammette l'assalto dopo che i poliziotti gli mostrano l'immagine della vittima trasportata fuori dall'appartamento sanguinante.

Ma la mossa è soprattutto garanzia per i cittadini, perché vengano limitati al minimo eventuali abusi da parte delle forze dell'ordine. Il pensiero va a una serie di episodi che hanno sconvolto la capitale, a cominciare dall'uccisione di Mark Duggan, il giovane di 29 anni la cui morte nel 2011, a colpi di pistola da parte della polizia, scatenò i disordini che incendiarono Londra. Gli agenti coinvolti nell'omicidio sono stati assolti a gennaio lasciando all'opinione pubblica il sapore dell'impunità. Lo stesso gusto amaro che è toccato digerire a Andrew Mitchell, capogruppo dei Conservatori inglesi, costretto a dimettersi con l'accusa di aver definito due poliziotti dei «fottuti plebei». Un video ha poi dimostrato che la versione raccontata dagli agenti era in parte falsa, i poliziotti sono stati arrestati, intanto la carriera di Mitchell è andata in fumo.

Lo strumento sarà dunque utilissimo su entrambi i fronti, compreso quello dei «bobbies».

«I video immortalano gli eventi in un modo che non può essere rappresentato con altrettanta accuratezza su un foglio ed è stato dimostrato che il loro uso rappresenta di per sé un deterrente che può smorzare alcune situazioni violente senza che sia necessario usare la forza». Più telecamere, più trasparenza, più processi, meno violenza.

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