«Il sarkozysmo è un narcisismo. Sarkozy ci parla di lui a sazietà e quello che io chiedo oggi è di non sapere. Questo presidente ci trasforma tutti, cittadini, personaggi pubblici e giornalisti in voyeurs. E noi non vogliamo vedere, vogliamo conoscere i risultati». Così parlò François Hollande - era il 10 gennaio 2008 - davanti alla platea socialista, nel ruolo di segretario del partito, quando la sua scalata all'Eliseo era un miraggio ancora lontano. Era il passaggio di un lungo discorso per stigmatizzare l'uscita del neo-eletto Sarko, che fresco di divorzio con Cécilia, in conferenza stampa davanti a seicento giornalisti, aveva dovuto rispondere del flirt con la modella Carla Bruni, immortalata con lui in vacanza in Egitto, e aveva ammesso: «Con Carlà, la cosa è seria». Hollande allora ostentava disgusto per la commistione pubblico-privato. Eppure Sarkozy in quella circostanza era stato chiaro e un pizzico velenoso: «Voglio rompere una tradizione deplorevole della nostra vita politica, quella dell'ipocrisia e della menzogna. Certo, dovete avere molta fiducia in me per pormi una domanda che non avreste mai fatto a uno solo dei miei predecessori, nonostante sapeste...».
Oggi come allora, in un beffardo incrocio di destini, quasi un remake di quel 2008, il grigio burocate François Hollande, il gauchista che alzava il dito per puntarlo contro le derive sentimental-private di Sarkozy, si troverà davanti a cinquecento giornalisti assetati di scoop a dover rispondere del suo scabroso privato: la relazione clandestina con l'attrice Julie Gayet, offerta in pasto al mondo dal settimanale Closer, e il futuro della sua relazione con Valérie Trierweiler, la compagna ufficiale che rimarrà in ospedale a tempo indeterminato - così ha fatto sapere ieri il suo entourage - perché ha ancora «bisogno di tranquillità» dopo il ricovero in ospedale per lo choc subito appresa la notizia del tradimento (pare proprio dallo stesso Hollande alla vigilia della pubblicazione). La giornalista si è sentita come «travolta da un treno ad alta velocità» - fanno sapere alcuni intimi - perchè nonostante fosse a conoscenza delle voci sulla tresca del marito «ha semplicemente voluto credere che fossero false».
Ma non è solo il «privato» a incombere sul presidente, come lui stesso ha cercato finora di far credere. Il presidente dovrà rispondere delle incaute fughe in scooter verso l'abitazione in rue du Cirque, nell'appartamento dove avvenivano gli incontri amorosi con Julie - il paparazzo che lo ha immortalato ha detto: «Avrei potuto attentare alla sua via senza problemi - e dovrà rispondere anche della sprovvedutezza con cui ha scelto per i suoi incontri un appartamento il cui affittuario (non il proprietario, che si è scoperto essere di un inconsapevole commerciante di 71 anni) è il losco Michel Ferracci, personaggio legato alla criminalità corsa.
Il re è nudo ora che è caduto ogni alibi sul carattere privato della vicenda. Le Monde, nello stile di Repubblica sul caso Berlusconi, lancia al presidente sei domande, mentre anche l'opposizione alza la cresta con Jean François Copé, presidente dell'Ump che affonda: è una vicenda «disastrosa per l'immagine presidenziale». Adesso tutti si chiedono quale sarà il destino della coppia Hollande-Trierweiler e il ruolo di lei nel protocollo tra visite ufficiali e viaggi all'estero - si dice che Valérie possa essere pronta a perdonare se arriveranno scuse eclatanti o una proposta di matrimonio - ma ci si chiede soprattutto quando il presidente tornerà a far politica per far ripartire il motore Francia, a corto di benzina da quando all'Eliseo si è insediato il pilota socialista.
Le vicende personali potrebbero cominciare a irritare i francesi. E rischiano di mandare in malora l'operazione rimonta su cui il presidente punta tutto con l'appuntamento di oggi, in cui dovrà rispondere della disoccupazione record - che è stato incapace di invertire, come promesso, entro la fine del 2013 - mentre dovrà contemporaneamnte tentare di lanciare il suo «patto di responsabilità» con le imprese, promettendo tra l'altro il dimagrimento della macchina statale e la tanto attesa riforma fiscale. Eppure anche fra i suoi collaboratori l'imbarazzo è forte. «Siamo in una tensione estrema tra l'intimo e la politica» - raccontano - come quando Valérie fece esplodere una bufera per il tweet in cui faceva il tifo contro la candidata socialista ed ex compagna di Hollande, Ségolène Royal. «Che lo si voglia o no (lo scandalo, ndr) è di fatto un avvenimento politico, ma la gestione della crisi è di ordine ultrapersonale. E questo urta con tutti i processi».
Intanto ieri a Parigi è esplosa la rabbia dei tassisti in sciopero contro «la concorrenza sleale» delle auto a noleggio. Si è arrivati anche alle mani. E una collaboratrice di Sarkozy fa sapere che l'ex presidente «non sta certo piangendo» per i guai di Hollande.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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