Il nuovo ruolo di Carlo: «patrono» degli 007 del Regno

In attesa di salire al trono, il principe ha premiato i migliori agenti al servizio di Sua Maestà e si è fatto paladino del loro ruolo. Ovviamente in gran segreto...

Il nuovo ruolo di Carlo: «patrono» degli 007 del Regno

In attesa perenne di indossare la corona d'Inghilterra, il principe Carlo si è impegnato in una nuova causa. Non il biologico o la lotta alle emissioni - per cui è già noto - bensì i Servizi di Sua Maestà. L'erede al trono di Elisabetta è diventato il «patrono» degli agenti segreti: la settimana scorsa, come ha rivelato il Times, è stato l'ospite d'onore di una cerimonia in cui ha anche premiato i «dipendenti» migliori delle tre agenzie britanniche, cioè MI5, MI6 e Gchq.
Quest'ultimo è un «centro d'ascolto» ed è stato proprio il suo direttore Ian Lobban a chiedere al principe di Galles di visitare il quartier generale e poi di diventare, appunto, il «patrono» delle spie (pare che la sua agenzia sia stata snobbata a lungo dalla casa reale, e che quindi Lobban, deluso, abbia cercato uno «sponsor» direttamente a Palazzo).
Così Carlo si è preso l'incarico di riconoscere «il ruolo integrale e duraturo» delle tre agenzie nella vita e nella storia del Regno. Durante la cerimonia della scorsa settimana il principe ha stretto le mani di numerosi 007 e alcuni sono stati anche premiati per il loro ruolo nella lotta contro «i nemici» del Regno. Insomma un pieno riconoscimento. Anche perché dal 2008 il principe ha visitato spesso le sedi dei Servizi, «recuperando» le frequentazioni piuttosto sporadiche da parte della Regina. Non solo: il principe avrebbe anche chiesto che i guadagni della prima di Skyfall, l'ultima pellicola di 007, siano donati in beneficenza, a favore delle associazioni di membri (ed ex) e familiari dei dipendenti delle agenzie.
Insomma un «patrono» a tutto tondo.

E se è vero che l'incontro e la cerimonia sono avvenuti in segreto, è anche vero che un portavoce di Carlo ha confermato che «il principe vuole rendere omaggio a quelli che ci proteggono ma le cui attività, per necessità non possono essere riconosciute in pubblico».
Twitter: @ele0norab

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