Libia, fugge la petroliera "ribelle". Sfiduciato il premier Ali Zidan

Da venerdì la nave era ancorata in un porto controllato da miliziani. È riuscita ad allontanarsi

Impiegati della Waha Oil Company in sciopero a Tripoli
Impiegati della Waha Oil Company in sciopero a Tripoli

Da venerdì notte la Morning Glory, petroliera che batte bandiera nordcoreana, era ancorata a Sidra, porto libico controllato da ribelli, che hanno completato domenica le operazioni di carico di quella che è la prima nave a salpare con a bordo un carico di greggio venduto da milizie che non riconoscono il governo di Tripoli.

I ribelli chiedono più autonomia dalla capitale e maggiori profitti sulla vendita del petrolio. Tripoli, che non può accettare l'occupazione dei terminali petroliferi, è invece determinata a non cedere alle richieste. Per questo il governo ha ordinato lunedì all'esercito di formare una "forza militare" per riprendere il controllo dei porti di Sidra, Marsa a Brega e al-Zaituna.

Il premier libico Ali Zidan aveva già chiesto all'esercito di di arrestare l'equipaggio della Morning Glory, un ordine non eseguito - secondo Al Arabiya - che aveva portato il parlamento a chiedere la creazione di una forza apposita. Nella serata di lunedì l'annuncio che la marina aveva preso il controllo della petroliera. Una situazione che non è durata a lungo.

La nave, che batte bandiera nordcoreana ma potrebbe essere stata affittata da un Paese del Golfo, è riuscita martedì a sfuggire al controllo libico e a riparare in acque internazionali, fuori dal raggio d'azione di Tripoli, carica di greggio. Intanto i deputati hanno sfiduciato il premier Ali Zidan, sostituendolo con il ministro della Difesa, Abdullah al-Thinni.

Quanto accaduto in questa ore a Sidra spiega bene lo scarso controllo che Tripoli esercita sul territorio, dove decine di milizie sono ancora in armi e alcune zone, in primis la Cirenaica, agiscono di fatto autonomamente. La regione orientale della Libia ha, nei mesi scorsi, dichiarato la propria indipendenza ed espresso l'intenzione di iniziare a esportare petrolio senza passare per il governo centrale.

La città di Sidra è nelle mani di Ibrahim Jadran, un capo milizia 32enne intervistato dal Giornale e che dal 2012 - grazie al governo di Tripoli - controlla i terminali dove confluisce il greggio della Cirenaica.

"Il blocco del petrolio costa tantissimo - aveva detto - ma restare a guardare sarebbe stato peggio. Quei soldi sarebbero stati rubati senza alcun beneficio per la popolazione come è già successo dalla fine della rivoluzione ad oggi".

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