Secondo una fonte informata sulle indagini, almeno uno dei due ordigni esplosi nell'attentato alla maratona di Boston sarebbe stato una pentola a pressione, colmata di chiodi e bulloni. Non sarebbe il primo caso in cui un semplice oggetto da cucina viene trasformato in arma.
La tecnica è tipica delle organizzazioni terroristiche o ribelli. Come però ammesso dallo stesso presidente Obama al momento non ci sono elementi che possano far spostare le indagini su una pista precisa. La semplicità dell'ordigno e i precedenti non rendono una tecnica un'esclusiva dei jihadisti. Proprio i talebani hanno sconfessato ieri l'ipotesi di una loro responsabilità nell'attacco alla maratona.
Le pentole a pressione sono state spesso utilizzate in attentati in Afghanistan, India, Nepal e Pakistan. Con una ricerca veloce tra i documenti pubblicati da WikiLeaks è possibile trovare diversi riferimenti all'uso di questi strumenti da parte dei ribelli maoisti in Nepal. La tecnica fa anche parte - secondo documenti dell'Homeland Security americana - di quelle insegnate nei campi in Afghanistan.
Le bombe rudimentali vengono costruite inserendo esplosivo e innesco all'interno della pentola. Dalla dimensione della pentola e dalla quantità di esplosivo all'interno dipenderà la portata dell'esplosione. Per innescarla si possono utilizzare congegni elettronici di ogni tipo, compresi telefoni e telecomandi.
538em;">In America si è assistito all'utilizzo di questo espediente in un fallito attentato del 2010, quando venne scoperto un tentativo di fare esplodere un autobomba a Times Square. In quell'occasione uno dei dispositivi esplosivi era costituito da una pentola a pressione riempita di petardi.
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