Si comincia molto molto presto. Prima ancora di nascere, se è vero, come è vero, che ci sono una quantità di creature che nascono da famiglie del grande mondo islamico che si trovano a chiamarsi Guerriero, Spada dell'Islam, Guerra Santa (come sottolinea preoccupato lo studioso americano Harold Rhode). Ci sono anche tanti ragazzini che invece vengono chiamati Jamil, (bello) o Latif (amichevole). Dunque, guai a fare di tutte l'erbe un fascio, e certo c'è un epica, un modo di essere, un pensiero, e resterebbe inattaccabile folclore e tradizione se si trattasse di guerre dei pupi e non di guerra vera.
Perché la cosa si fa preoccupante se questa impronta sui bambini diventa insegnamento scolastico, televisivo, civile. I teen ager di Gaza devono imparare a scuola come materia di studio, l'uso dei Kalashnikov e anche dei missili da spalla e degli Rpg anticarro che poi vediamo piovere sulle città israeliane. Li addestrano professori incaricati dal ministero degli interni, affiancati per la scientificità dell'informazione dalle Brigate Ezzedim al Qassam, il famoso braccio armato di Hamas, che mai si è saputo avesse poi altre braccia. I ragazzini imparano anche attività civili, come spegnere gli incendi, ma il video della scuola Gamal Nasser ci mostra un assalto con Rpg contro una torre di avvistamento con bandiera israeliana. Questo corso settimanale è per 37mila allievi e i corsi sono integrati dai campi estivi con lezioni su esplosivi e armi.
È mai possibile immaginare un processo di pace con una giovane leadership formata da questi corsi? Nessuno può dimenticare sia lo scandalo nato dal finanziamento da parte dell'Italia stessa all'Autonomia Palestinese di libri di testo che si rivelarono carichi di odio. Nel 2008 il personaggio più popolare della tv per bambini palestinesi era Farfur, un clone di Topolino che viene barbaramente ucciso dai soldati israeliani dopo il seguente dialogo: Farfur: «Sanabel, che vuoi fare per aiutare la Moschea di Al Aqsa?». Bambino: «Vogliamo combattere». Farfur: «E che altro?» «Vogliamo spazzar via gli ebrei». Dopo che Farfur viene trucidato, una bambina di tre anni intervistata diceva «Non ci piacciono gli ebrei perché sono cani. Li combatteremo». E dallo studio un'altra bambina: «Oh Shaima hai ragione, gli ebrei sono criminali, e nostri nemici». L'educazione antisemita e alla guerra per i bambini è ovunque, basta guardare il Pmw, Palestinian Media Watch, un sito che raccoglie poesie, canzoni, articoli, insegnamenti.
I campi estivi vengono intitolati, come tante piazze e strade, a terroristi che hanno ucciso civili nei ristoranti o sugli autobus. Nelle scuole dell'Unrwa, l'organizzazione dell'Onu che a differenza di tutte le altre prende cura di un solo tipo di profughi, i palestinesi, un nuovo film del Center for Near East Policy dimostra che i 500 milioni l'anno che l'Onu dona solo per le scuole è speso male. Si impara dal video che la coesistenza con Israele non viene mai insegnata, anzi. Due clip ci mostrano bambini sotto i dieci anni che parlano degli ebrei, definendoli nemici di Allah: «Dobbiamo ucciderli tutti».
Arafat prima dell'inizio della seconda Intifada chiamò migliaia di bambini a marciare su Gerusalemme con un sorriso estatico, affermando che sarebbe stata la cosa più bella del mondo. Purtroppo la politica verso l'infanzia non è cambiata, e in gran parte noi la finanziamo non chiedendo un vero rendiconto degli aiuti. Se si vuole la pace, cominciamo dalle scuole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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