Un uomo con meno di 60 anni, in Russia, ha un'alta probabilità di morire a causa del consumo di vodka. Secondo uno studio condotto dalla rivista scientifica The Lancet nel Paese di Putin un uomo su quattro muore prima dei 55 anni e la maggior parte dei decessi è legata all'alcool. Se si paragona la situazione russa con quella della Gran Bretagna, la percentuale scende drasticamente, al 7%.
Lo studio realizzato dalla rivista scientifica cita una serie di dati raccolti dal Centro sul cancro di Mosca, dall'Università di Oxford e dall'Agenzia per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).
Proprio un professore di Oxford, sir Richard Peto, sottolinea come "il tasso russo di mortalità ha oscillato ampiamente negli ultimi 30 anni, parallelamente alle variazioni delle restrizioni sull'alcol e alla stabilità sociale". Quando Gorbaciov tagliò la produzione di vodka nel 1985, vietandone la vendita prima di mezzogiorno, il consumo crollò del 25%. Le restrizioni caddero poi con la fine del comunismo.
Nuove restrizioni vennero introdotte nel 2006. Portarono a una riduzione dei consumi di un terzo e all'abbattimento del tasso di mortalità degli uomini (dal 37% al 25%). Nel 2011 - ricorda infine lo studio - ogni adulto russo beva in media 13 litri di alcol all'anno, dei quali otto litri di liquori e soprattutto vodka. Un adulto medio in Gran Bretagna beve 10 litri di alcol l'anno, ma meno di due sono superalcolici.
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