Gas chimici, Quirico: "Folle dire che io sappia che non è stato Assad"

Il belga rapito con il giornalista: le armi chimiche le hanno usate i ribelli. Ma l'inviato: "Solo una conversazione origliata, non so se sia vero"

Domenico Quirico abbraccia il ministro Bonino al suo arrivo a Ciampino
Domenico Quirico abbraccia il ministro Bonino al suo arrivo a Ciampino

"Chiedo scusa per avervi fatto preoccupare, ma questo è il mio giornalismo". La prima telefonata di Domenico Quirico ai colleghi della Stampa, poco dopo il suo ritorno in Italia, così come la racconta su twitter il direttore Mario Calabresi, è un ribadire la filosofia dell'inviato, incapace di raccontare lontano dalla prima linea.

Dopo cinque mesi di sequestro in Siria, insieme al belga Pierre Piccinin, l'inviato della Stampa è atterrato a Ciampino ieri sera, dimagrito ma in salute. È ripartito dall'aeroporto alla volta di casa, dopo qualche breve dichiarazione alle televisioni. Quirico ha parlato di una prigionia non facile, e di una rivoluzione diversa da quella laica vista due anni fa ad Aleppo.

Cinque mesi difficili, di cui anche il belga Pierre Piccinin ha parlato oggi al corrispondente della Stampa da Bruxelles e a Radio BEL Rtl. "Ci trattavano come occidentali, cristiani - ha detto - con grande disprezzo" e "certi giorni non ci davano nemmeno da mangiare". Per due volte Quirico e lui hanno cercato di scappare dalla prigionia, ricatturati ogni volta e puniti "in maniera molto pesante".

I ribelli hanno costretto Quirico e Piccinin a una "terribile odissea" attraverso la Siria, tra "umiliazioni vessazioni, false esecuzioni", tenuti prigionieri da gruppi di volta in volta differenti. "Domenico - ha aggiunto l'insegnante belga - ha subito due false esecuzioni con una pistola".

Piccinin ha anche aggiunto che "non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco". Un'affermazione che si basa su una conversazione tra ribelli origliata insieme a Quirico, ma che dovrà necessariamente essere provata con argomenti più convincenti. Lo stesso inviato della Stampa ha detto che "è folle dire che io sappia che non è stato Assad", specificando di avere soltanto sentito una discussione via Skype tra tre persone la cui l'identità è rimasta ignota.

Nella conversazione, le tre persone dicevano "che l'operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata fatta dai ribelli come provocazione, per indurre l'Occidente a intervenire militarmente". Ma non è possibile dire "se tutto questo sia vero".

Questa mattina Domenico Quirico e la moglie Giulietta sono stati accolti a Palazzo Chigi da Enrico Letta e dal vicepremier Angelino Alfano. Il giornalista ha poi raggiunto la procura per essere interrogato sul suo sequestro. Ai pm, il giornalista ha detto di essere stato fermato "da due pick-up con a bordo uomini armati. I primi giorni eravamo bendati: ho avuto paura di essere ucciso".

Ha confermato di essere passato dalle mani di diversi gruppi, "forse tre".

Poco dopo le sette, Quirico e il direttore Mario Calabresi sono arrivati alla redazione torinese della Stampa.

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