Siria, uccisa ad Aleppo famosa giornalista giapponese

Mika Yamamoto, 45 anni, lavorava per l'agenzia Japan Press. E' rimasta uccisa a seguito degli scontri tra esercito e ribelli. A Baghdad si era salvata dal bombardamento dell'Hotel Palestine

Siria, uccisa ad Aleppo famosa giornalista giapponese

La giornalista giapponese Mika Yamamoto è rimasta uccisa ieri ieri ad Aleppo mentre seguiva gli scontri tra l’esercito di Assad e i ribelli. Altri tre reporter, due arabi e un turco risultano dispersi, secondo l’Osservatorio per i diritti dell’Uomo. La giornalista aveva 45 anni e lavorava per Japan Press e per alcune emittenti televisive. Il suo corpo è stato trasferito in Turchia in attesa di essere rimpatriato.

Trovatasi in mezzo a una sparatoria tra lealisti e ribelli nel quartiere di Suleyman al-Halabi, Yamamoto avrebbe subito una lesione letale da arma da fuoco al collo. Ancora da stabilire l’identità di chi l'ha uccisa. Significativa la testimonianza del suo collega Kazutaka Sato, che si trovava con lei: "Abbiamo visto un gruppo di persone in tuta mimetica venire verso di noi, sembravano soldati governativi, hanno poi preso a sparare all’impazzata da una distanza di 20 o 30 metri, forse addirittura più da vicino". Diversa la versione fornita dall’emittente al-Huba, una tv finanziata dagli Stati Uniti che trasmette in lingua araba: l’autista avrebbe dichiarato che la vettura con a bordo la vittima sarebbe stata assaltata da combattenti che indossavano divise identiche a quelle del Libero Esercito Siriano, braccio armato dell’opposizione costituito in massima parte da disertori. I ribelli hanno subito smentito la ricostruzione.

La reporter nipponica era una veterana del giornalismo di guerra, con esperienze in Afghanistan e Iraq, dove nel 2003 sfuggì per miracolo al bombardamento del "Palestine Hotel" di Baghdad da parte di un carro armato americano: per quel reportage fu insignita del premio "Vaughn-Ueeda" (il Pulitzer giapponese).

Yamamoto è la quarta giornalista straniera uccisa nelle violenze in Siria dal marzo 2011, dopo Gilles Jacquier, di France 2, ucciso a Homs l’11 gennaio, l’americana Marie Colvin, del Sunday Times e il fotografo francese Rémi Ochlik, uccisi a Homs il 22 febbraio. Un numero imprecisato di giornalisti siriani o "cittadini-reporter" hanno perso la vita in questi 17 mesi di rivolta in Siria.

È morto il giornalista turco, da ieri disperso ad Aleppo, di cui non si

conoscono ancorale generalità. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira citando fonti dei ribelli, secondo cui il giornalista sarebbe rimasto ferito nella stessa circostanza in cui è stata uccisa la collega giapponese Yamamoto.

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