Non solo l’Italia era pienamente "un obiettivo" della mastodontica operazione americana di spionaggio messa in piedi dalla National security agency (Nsa), ma i servizi segreti statunitensi erano addirittura arrivati a piazzare anche le cimici nell’ambasciata italiana a Washington. Le ultime clamorose rivelazioni sono state pubblicate ieri sera sul sito del Guardian, che cita i documenti fatti filtrare da Edward Snowden, l’ex analista della Nsa che ha fatto detonare lo scandalo "Datagate". "Se è vero che le ambasciate europee compresa quella italiana sono state spiate - ha avvertito il ministro della Difesa Mario Mauro - i rapporti fra Italia e Usa sarebbero compromessi".
Nel giorno in cui l’Europa, infuriata per le notizie sul sistematico spionaggio delle sue istituzioni, ha minacciato di far saltare i negoziati per il libero scambio con gli Stati Uniti se le indiscrezioni sullo spionaggio delle sedi diplomatiche venisse confermato, si svela anche l’attenzione molto particolare che l’intelligence americana riservava (e probabilmente continua a riservare) al nostro Paese. È stato prima lo Spiegel, svelando il contenuto dei documenti targati Snowden, a rivelare come, attraverso il programma Boundless Informant, la Nsa spiava sistematicamente le comunicazioni anche in Italia e Francia, seppur in dimensioni ridotte rispetto alla Germania. In un grafico pubblicato sul settimanale tedesco, si può infatti osservare la curva delle intercettazioni dei metadati telefonici dall’Italia che tra il 10 e il 19 dicembre del 2012 si aggiravano costantemente intorno ai 4 milioni al giorno per poi calare rapidamente fino ad arrivare a zero il 25 dicembre. Subito dopo è stata la volta del Guardian, che ha messo in rete informazioni clamorose, ovvero che gli Stati Uniti hanno piazzato cimici in ambasciate sia a Washington sia a New York, dove sono le missioni alle Nazioni Unite. Il documento citato dal quotidiano inglese elenca 38 di queste ambasciate e missioni descrivendole come "target da attaccare" e da tenere sotto controllo con una gamma straordinariamente vasta di metodi di spionaggio, fino appunto alle cimici. Ma non solo: si parla anche di infiltrazioni della rete informatica che permetteva di leggere la posta elettronica e i documenti interni. Le operazioni condotte contro l’ambasciata italiana a Washington erano state classificate come "Bruneau" oppure "Hemlock". Mentre quelle contro i francesi erano state nominate "Blackfoot" all’Onu e "Wabash" a Washington.
Nel mirino dei servizi segreti americani della Nsa, oltre agli storici "nemici" degli Stati Uniti e agli obiettivi sensibili in Medio Oriente, c’erano anche le missioni europee (nome in codice dello spionaggio per quella dell’Onu "Perdido"), le ambasciate d’Italia, Francia e Grecia e quelle di altri Paesi alleati come Giappone, Messico, Corea del Sud, India e Turchia. Nella lista, datata settembre 2010, non compaiono invece Regno Unito, Germania e altri Stati dell'Europa occidentale. Gli Stati Uniti, attraverso un portavoce della Nsa, hanno fatto sapere che chiariranno la situazione attraverso "canali diplomatici" sia con le istituzioni europee sia con i singoli Paesi interessati "a livello bilaterale", ma che non intendono fare commenti pubblici sulla vicenda. Il segretario di Stato americano John Kerry ha replicato alla collega europea Catherine Ashton che la ricerca delle informazioni sugli altri Paesi non è "inusuale".
Intanto il presidente russo Vladimir Putin e il collega americano Barack Obama hanno ordinato ai capi delle rispettive agenzie di sicurezza di trovare una via d’uscita all’impasse su Snowden che, bloccato nell’aeroporto di Mosca, ha chiesto asilo politico in quindici Paesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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