Lugano - Farà discutere anche in Italia il voto svizzero del prossimo 24 novembre sull'aumento - del 150 per cento - del prezzo del contrassegno autostradale, che verrebbe portato dagli attuali 40 ai 100 franchi, con entrata in vigore nel 2016 o 2017. Una campagna - quella attorno alla «vignetta» - senza esclusione di colpi: se il Consiglio federale considera indispensabile la modifica della legge, per procedere all'ampliamento e al miglioramento della rete delle strade nazionali con un investimento di quattro miliardi di franchi in vent'anni, il comitato referendario - che ha raccolto con agio il doppio delle firme necessarie per andare alle urne - si oppone con forza a quello che viene definito «un furto bello e buono da parte di Berna». Ma cosa cambierà in sostanza per gli automobilisti stranieri, italiani in primis? Poco o nulla se dovessero avere la sicurezza di transitare sulle autostrade svizzere per un periodo limitato a due mesi - in quel caso è infatti a disposizione un contrassegno bimestrale al costo ancora di 40 franchi - ma attenzione al rischio di una scelta del genere: «Se un italiano dovesse venire in Svizzera tre volte all'anno in periodi diversi - ci spiega Renato Gazzola, portavoce del Touring Club Svizzero, maggior club della mobilità del paese e contrario alla riforma - rischierebbe per esempio di pagare tre volte 40 franchi, e di spendere una cifra addirittura superiore ai 100 franchi che si vuole introdurre. Una beffa da evitare, insomma ».
Vi è poi il discorso legato alle decine di migliaia di lavoratori frontalieri che giornalmente valicano i confini: secondo la consigliera federale Doris Leuthard, che ricorda come ben un terzo delle entrate del contrassegno autostradale svizzero derivi proprio dagli stranieri, «i frontalieri sanno che 100 franchi è una richiesta moderata in confronto a quanto si paga in Italia, e penso che la maggior parte di loro, come oggi, si assumerà il costo della vignetta». Di altro avviso Renato Gazzola: «C'è il rischio che numerosi frontalieri, davanti a questo aumento spropositato e ingiustificato, decidano di utilizzare in massa le strade cantonali non soggette al pagamento di contrassegno, finendo per generare traffico anche sulle arterie secondarie. Un'ipotesi tutt'altro che remota, alla luce oltretutto degli intasamenti divenuti sempre più frequenti anche sull'autostrada A2 nella zona di confine». Più in generale - sostengono i contrari all'aumento del prezzo - anche per chi vive in zone discoste e usa sporadicamente la rete principale svizzera, l'aumento da 40 a 100 franchi sarebbe un problema, e il turismo - per esempio quello dello shopping - potrebbe risentirne, in particolare i centri commerciali vicini alla frontiera. Nel merito del costo, sovente si discute dei pedaggi in Europa, paragonando i diversi sistemi. Ancora Gazzola: «Sì, ma fare raffronti tra quello svizzero e, per esempio, quello italiano o francese non ha senso, perché in questi Paesi le autostrade sono costruite e mantenute da privati che fatturano pesantemente in seguito alle loro prestazioni. In Svizzera è la Confederazione che assume i compiti legati alla rete autostradale nazionale, finanziandoli con gli introiti delle tasse sui carburanti e della stessa vignetta. Inoltre, in 15 paesi europei si viaggia ancora gratuitamente in autostrada, tra questi penso alla Germania, al Belgio, e all'Olanda». Dal canto suo, a termine di paragone e per giustificare l'aumento, l'Ufficio federale delle strade ricorda che in Italia un viaggio andata-ritorno da Milano a Roma (1.136 chilometri di autostrada) ha una tassa di 76 euro, praticamente 100 franchi. Il costo di un anno, e senza limiti di percorrenza, nella vicina Svizzera. Un bel dilemma.
E allora, come si esprimerà il popolo elvetico il prossimo 24 novembre? Difficile fare pronostici, anche perché si potrebbe assistere alla «solita» spaccatura tra Ticino e Romandia da una parte e la più popolosa Svizzera tedesca dall'altra. Quel che è certo, è che si tratta di una votazione combattuta, senza esclusione di colpi. Questa vignetta, è proprio il caso di dirlo, non fa ridere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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