La "talpa" chiede asilo anche all'Italia. E nessuno lo vuole

Edward Snowden non può restare in Russia e invia richieste via fax a 21 Paesi. Con risultati deludenti

Mezzo mondo continua a insistere con gli Stati Uniti per ottenere spiegazioni convincenti alle notizie del Datagate. Un crescente imbarazzo per Barack Obama, che si è trovato costretto a promettere risposte quanto prima. Ma la sensazione è che l'ondata di figuracce sia tutt'altro che finita: lo ha minacciato l'altro giorno il mentore della supertalpa Snowden, Julian Assange, lo ha ribadito ieri Glenn Greenwald, che ha diffuso i documenti trafugati alla National Security Agency: per il giornalista del Guardian «ci sono vasti programmi di spionaggio nazionale e internazionale, di cui il mondo resterà scioccato, che la Nsa conduce senza doverne rendere conto: aspettate ancora un po' e le avrete».

In attesa di questa nuova marea di fango sull'intelligence americana e delle risposte dei vertici politici che la dirigono e la controllano (malissimo), a tener campo sono le mosse di Edward Snowden.

Il giovane trafugatore di segreti americani sembra aver cambiato ancora idea e non vuole più asilo in Russia, dove si trova bloccato da dieci giorni. Il presidente russo Vladimir Putin gli aveva garantito la possibilità di rimanere ospite nel suo Paese, con l'assai ambigua condizione che cessasse di «arrecare danni ai nostri partner americani», e assicurando in ogni caso che il giovane «non sarà estradato in un Paese dove vige la pena di morte» (appunto gli Stati Uniti). Privo di passaporto (Obama gliel'ha fatto annullare) e impossibilitato a lasciare l'area transiti dell'aeroporto moscovita di Sheremetievo, Snowden sta cercando di ottenere rifugio ai quattro angoli del mondo.

Richieste di asilo sarebbero state presentate a ben 21 Paesi, tra i quali l'Italia. Ma sembra che gli stia andando male: le risposte fin qui ottenute sono negative, con l'eccezione di Ecuador e Bolivia che «in linea di principio» hanno fornito la loro disponibilità. Gli hanno già detto di no Norvegia, Finlandia, Polonia, India, Brasile. Hanno manifestato scetticismo Germania, Olanda, Islanda, mentre tacciono altri candidati poco amici degli americani come Cuba e Nicaragua. Altri, come Francia, Svizzera, Cina e Irlanda, negano addirittura di aver mai ricevuto una richiesta di asilo politico. Altri ancora si trincerano dietro questioni formali: è il caso dell'Austria e dell'Italia che ricordano che una simile richiesta non può essere presentata per fax da un aeroporto straniero, come ha fatto Snowden, ma deve avvenire di persona alla frontiera o presso un'ambasciata.

In Italia la decisione spetta comunque al governo, e oggi il ministro degli Esteri Emma Bonino riferirà alle Camere sulla questione. Intanto sono i Cinquestelle e l'estrema sinistra di Sel a chiedere che sia concesso rifugio a Edward Snowden.

Il M5S, in particolare, scrive in un documento che «la Rete non dovrebbe mai essere usata dai governi per controllare i propri cittadini, e tantomeno essere sfruttata da un governo per controllare le popolazioni di mezzo mondo» e annuncia che presenterà una mozione parlamentare per la concessione dell'asilo politico alla «talpa» di Datagate.

Ieri Snowden ha rilasciato il suo primo messaggio pubblico da quando si trova a Sheremetievo, accusando Obama di «usare la cittadinanza come un'arma» per farlo tacere.

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