Dopo la presa di posizione del G7 è l'Europa a schierarsi dalla parte dell'Ucraina, dicendosi pronta a sostenere le ex repubbliche sovietiche che rischiano una possibile aggressione della Russia. A ribadirlo, intervenendo oggi in parlamento, è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel: che sia la Moldova o la Georgia "saremo solidali con loro", ribadendo la propria convinzione secondo cui l’intervento russo nel territorio ucraino di Crimea "è una violazione del diritto internazionale". Poi ha aggiunto: "In un periodo di enorme incertezza in Ucraina la Russia non ha dimostrato di essere un partner per la stabilità nei paesi vicini ai quali è strettamente legata". Per la Merkel "l’integrità territoriale dell’Ucraina non può essere calpestata. Gli sforzi politici e diplomatici sono l’unica via di uscita al conflitto". La leader tedesca ha però escluso l'uso delle armi per fermare Mosca: "Una cosa è chiara: l’intervento militare non è un’opzione". La strada rimane ferma su tre punti: "dialogo, aiuti, sanzioni". E ribadisce un concetto che le è chiaro: "Se la Russia continua sulla strada delel ultime settimane, non è una catastrofe per l’Ucraina (...), ma nuoce massicciamente alla Russia, ne sono convinta, sia economicamente che politicamente". Un modo come un altro per esprimere questo concetto: se andrete avanti sarà peggio per voi.
Ieri sera Barack Obama, parlando nello studio ovale della Casa Bianca a fianco del premier ad interim dell'Ucraina, Arseniy Yatsenyuk, ha detto di sperare che il referendum sullo status della Crimea previsto per domenica possa essere fermato e che ci sia un "ripensamento" in tal senso, ma ha aggiunto che in ogni caso "non riconosceremo alcun referendum" e "respingeremo totalmente" i risultati. I Paesi occidentali stanno valutando la possibilità di presentare in Consiglio di Sicurezza una risoluzione contro il referendum di annessione alla Russia, anche se è scontato il veto di Mosca. Il documento ribadirebbe la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, sottolineando come il referendum violi la Costituzione ucraina: la risoluzione potrebbe essere scritta con toni molto moderati, in modo tale da ottenere il sostegno cinese, o quanto meno un’astensione da parte di Pechino, che porrebbe Mosca in una posizione di isolamento.
Intanto un deputato russo, Leonid Slutski, capo commissione della Duma per i rapporti con i Paesi membri della Csi e per l’integrazione euroasiatica, implicitamente ha ammesso la presenza di forze militari russe in Crimea, negata finora dal Cremlino, pur sottolineando che non si tratta per ora di una operazione militare su larga scala. "Laggiù ci sono alcune unità militari, che occupano delle posizioni nel caso ci fosse una aggressione armata da parte di Kiev", ha detto in un'intervista a radio Eco di Mosca, rispondendo ad una domanda se si tratti di una operazione delle forze armate del Cremlino.
Da parte sua l'Ucraina non sta a guardare. Intende formare una nuova Guardia nazionale di fronte alla minaccia espansionista della Russia. Il Parlamento di Kiev dovrebbe approvare una mobilitazione dei riservisti e la creazione di una nuova forza armata per un totale di 20mila volontari. Secondo quanto ha affermato il capo del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, Andriy Parubiy, la nuova Guardia nazionale "garantirà la sicurezza dello Stato, difenderà i confini ed eliminerà i gruppi terroristi", un temrine che Kiev usa per definire le milizie che hanno assunto il controllo in Crimea con il sostegno delle forze russe.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha annunciato di aver rinviato il processo di adesione della Russia all’organizzazione.
Putin: "Non è stata la Russia che ha cominciato"
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha rimarcato che non è la Russia il Paese da biasimare per la crisi sulla Crimea.
In un incontro con la delegazione paralimpica a Sochi, il resort sul Mar Nero che è stata sede dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali, il capo del Cremlino ha ringraziato gli organizzatori per aver tenuto separata la politica dalla manifestazione sportiva: "Voglio esprimervi la gratitudine per aver tenuto fuori dalla politica i Giochi Paralimpici". Poi ha puntualizzato: "Le spiacevoli circostanze di cui sapete bene non hanno avuto ripercussioni. E vorrei sottolineare -ha aggiunto- che la Russia non è stato il motore delle vicende che si sono materializzate".
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