Ha scelto il 32 - lo stesso numero di maglia che aveva a Palermo - perché il 22 (quello di Milito) era libero, ma «un po' pesante da prendere». Da ragazzo il suo idolo era l'ex portiere del Grifo Giovanni Cervone, «per il carattere e il modo di stare in porta», poi Angelo Peruzzi, di cui ha raccolto l'eredità come vice Buffon in Nazionale. E un po' guascone lo è anche lui, Marco Amelia, per nulla intimorito nella sua prima conferenza rossoblù. «Spero di ricambiare la fiducia del presidente Preziosi. La chiamata del Genoa ha colto di sorpresa anche me, è successo tutto in un giorno. Non ho mai chiesto di andare via all'allenatore o ai dirigenti del Palermo. Sono rammaricato di aver lasciato una grande squadra, ma felice di essere arrivato in una che giocherà l'Europa League». Amelia respinge al mittente le parole di Zamparini che lo aveva definito un bambino viziato: «Non mi riconosco in quello che ha detto il presidente. Tutti hanno capito che tipo è. Io ho dato tanto al Palermo e sono stato scaricato da loro». Il presente è targato Genoa, «una squadra che l'anno scorso mi ha colpito per la continuità di risultati e per il tentativo di giocare sempre palla a terra».
Del Genoa conosce già Moretti, Sculli, Modesto e Bocchetti, azzurro come lui. Già, la Nazionale: «Voglio mantenere il posto e andare ai mondiali, un obiettivo da raggiungere con l'aiuto di tutti i compagni». Molti sono nuovi «ma la mentalità del gruppo è rimasta la stessa e questo è fondamentale per ambientarsi subito». L'esperienza internazionale non gli manca: «Ho già giocato in coppa Uefa col Livorno segnando anche un gol di testa contro il Partizan. Mancavano sei minuti alla fine, quando sono uscito dai pali mi hanno detto che ero pazzo». L'avversario del Genoa uscirà oggi alle 13.
La Samp continua a definire gli ultimi dettagli per lacquisto di Dainelli, che a giorni dovrebbe diventare blucerchiato.
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