L'Italia fa un passo avanti, l'Ue frena. A pochi giorni dal primo sì al Senato sull'abrogazione dell'abuso d'ufficio, dall'Europa è arrivato un parere ostile al positivo cambiamento avallato dalla maggioranza di centrodestra con Italia Viva. Il bastone fra le ruote lo ha messo stavolta il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand, che nella conferenza stampa quotidiana dell'esecutivo Ue ha risposto a una domanda sulla depenalizzazione del reato di abuso d'ufficio nel nostro Paese.
"Siamo a conoscenza della bozza della legge italiana che propone alcuni cambiamenti alle norme che regolano le violazioni contro la pubblica amministrazione. Questi cambiamenti proposti depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero avere un impatto sulla capacità efficace di intercettare i casi di corruzione. Il processo legislativo è in corso e continueremo a seguire gli sviluppi", ha affermato il portavoce delle istituzioni europee, entrando a gamba tesa in una discussione che in Italia dura da tempo e che alla fine ha fatto propendere - su richiesta di centinaia di amministratori locali - verso l'abrogazione di una fattispecie di reato tra le più discutibili e fumose.
"La lotta alla corruzione è un'alta priorità per la Commissione europea. Abbiamo adottato il pacchetto sull'anticorruzione a maggio per rafforzare la prevenzione e la lotta contro la corruzione", ha ricordato il portavoce Wigand. Ma l'abrogazione dell'abuso d'ufficio non toglie forza alla lotta contro ladri e corrotti, che - ha sottolineato il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia - "anche se sarà abolito questo reato, saranno condannati lo stesso ma con le norme già in vigore". L'esponente azzurro ha anche elencato alcuni dati del ministero della Giustizia che invitano a una riflessione sull'inefficacia della suddetta fattispecie: nel 2021 sono state infatti indagate per abuso di ufficio circa 4745 persone e ne sono state archiviate 4100. Nel 2022 su 4mila indagati ne sono stati archiviati 3500.
Per quanto riguarda le sentenze per abuso di ufficio, invece, ce ne sono state 318 nel 2021, ma solo nove persone sono state condannate. Mentre, nel 2022, i dati riportano solo diciotto condanne. In totale quindi ventisette persone sono state condannate e 10mila indagate ingiustamente. Questo - ha commentato Gasparri - "a dimostrazione di come sia un reato che non ha nessuna funzione pratica". Peraltro a caldeggiare una cancellazione dell'abuso d'ufficio erano stati gli stessi amministratori locali, compresi i sindaci di area progressista che tuttavia il Pd ha fatto finta di non sentire.
Secondo il dem Sandro Ruotolo, della segreteria Pd, "cancellare l'abuso d'ufficio mettendosi contro l'Unione Europea ci indebolisce nella battaglia contro la corruzione e per la legalità. È un favore che il governo Meloni fa a quell'imprenditoria prenditrice in affari con la politica".
E per Angelo Bonelli di Avs l'Italia rischierebbe "l'ennesima procedura di infrazione". Lo sgambetto dell'Ue dà forza a chi tifa per il mantenimento dello status quo, ostacolando un percorso finalmente avviato dopo troppo tempo.
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