“Le azioni legittime non sono sempre legali”. Salis torna a difendere chi okkupa

Ilaria Salis non demorde e, ora che è stata eletta, invece di assumere un profilo istituzionale prosegue nella giustificazione delle azioni illegali

“Le azioni legittime non sono sempre legali”. Salis torna a difendere chi okkupa
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Chi pensava che Ilaria Salis, con l'elezione al parlamento europeo, avrebbe assunto un atteggiamento più istituzionale, si è già ricreduto. Ancora non c'è stata la proclamazione ufficiale ma ora che è tornata in Italia, l'attivista dei centri sociali ha dimostrato che non intende modificare la sua linea, che è quella di professare l'illegalità. In Ungheria ha ancora un processo aperto con l'accusa di tentato omicidio, che però verrà sospeso proprio in virtù dell'elezione, a meno che i giudici non decidano di rivolgersi al parlamento europeo per chiedere la revoca. Ma tant'è, ormai Salis è in Italia e non tornerà in Ungheria per farsi giudicare, quindi non si fa problemi a riprendere quella linea di giustificazione all'illegalità. "Non sempre le azioni legittime sono necessariamente anche legali in quel dato momento, ma in una società sana possono diventarlo successivamente", scrive.

Dopo il post di pochi giorni fa, con il quale ammetteva, se mai ce ne fosse bisogno, di essere parte dei movimenti per le occupazioni, con un nuovo intervento è tornata alla carica sullo stesso argomento. "Vivere in una casa occupata non è una svolta, non è qualcosa da 'furbetti'. È logorante. Ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa, o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi", dice l'insegnante precaria. Certo, se avesse i commenti attivi sicuramente ci sarebbe chi le farebbe notare che nessuno obbliga gli occupanti a occupare e che si tratta di un'operazione illegale. Ma, in nome di una democrazia piegata a suo piacimento, non è possibile lasciare commenti, a meno che non si faccia parte di una ristretta cerchia di persone scelte dalla stessa Salis.

"Occupare vuol dire entrare in una casa abbandonata, murata, coi sanitari rotti e i buchi nelle pareti, lasciata al degrado anziché essere assegnata. Essere occupante vuol dire abitare questo spazio precario e faticosamente trasformarlo in un luogo che si possa chiamare casa, cercando di sistemarlo coi pochi mezzi a disposizione che si hanno", prosegue l'eletta con Avs. E criticando l'articolo 5 del decreto Lupi, in base al quale agli occupanti non spettano i diritti di chi ha ottenuto legalmente una casa, accusa: "Alle persone non italiane viene così impedito di maturare i requisiti per ottenere la cittadinanza e anche il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno è ostacolato". L'insegnante ignora, perché non è funzionale alla sua narrazione, che l'occupazione è illegale, è un reato, e come tale dev'essere punito in qualche modo.

Quindi, dopo aver difeso chi pratica il reato, difende anche chi lo agevola: "I movimenti di lotta per la casa agiscono per aiutare il prossimo, con costanza e dedizione, senza scopo di lucro, perché il valore che li anima e guida è la

solidarietà". E, non paga, aggiunge: "Non mi stancherò mai di dirlo: tali movimenti rappresentano un baluardo di resistenza contro la barbarie della nostra società, ed è da qui che dobbiamo ripartire".

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