Borghi e Mattarella: nessuna eversione

A me pare che ogni pretesto sia buono per proporre all'elettorato l'immagine di un centrodestra al quale si intende in tutti i modi appioppare il marchio di fascista

Borghi e Mattarella: nessuna eversione
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Caro Vittorio,
opposizione e giornali hanno montato su un caso dalle parole del senatore Claudio Borghi, che semplicemente ha fatto notare che il presidente della Repubblica dovrebbe dimettersi se riconoscesse l'esistenza di una sovranità europea che annulli quella italiana. Sinceramente non trovo nulla di scandaloso nelle affermazioni del leghista. Mica ha attaccato o insultato il capo dello Stato. Allora perché tutto questo inutile casino. Tu cosa ne pensi?
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Federico Rossetti

Caro Federico,
a me pare che ogni pretesto sia buono per proporre all'elettorato, tanto più alle battute finali di una campagna elettorale abbastanza tesa seppure monotona, l'immagine di un centrodestra al quale si intende in tutti i modi appioppare il marchio di fascista, contrario all'ordine costituito, addirittura eversivo. Ed è proprio quest'ultimo l'aggettivo più adoperato dai media per definire il carattere della dichiarazione del senatore Claudio Borghi, il quale non ci ha mai risparmiato le sue perle, che gli sono costate spesso la condanna alla gogna mediatica. Cosa che non lo preoccupa affatto, tanto è vero che il leghista non pone argine alla sua incontinenza verbale. E fa bene. Che dica quello che pensa. Anche perché le sue parole non contengono nulla di indecente, inammissibile, vergognoso, turpe. Falso è sostenere che egli abbia chiesto le dimissioni del presidente Mattarella. Semplicemente Borghi, mediante una sorta di paradosso, ha sottolineato che, se il capo dello Stato parla di sovranità europea riconoscendone implicitamente la preminenza su quella nazionale, negando dunque gli elementi essenziali del nostro ordinamento, allora la sua stessa figura nonché il ruolo si svuotano di valore, perdono di importanza, tanto che potrebbe pure autorimuoversi o non esistere ché tanto non se ne avvertirebbe la mancanza. Ecco, io ho interpretato in questa maniera le frasi di Borghi. Coloro che ne hanno fornito un'altra interpretazione hanno consapevolmente mistificato il suo pensiero allo scopo di gettare fango sulla Lega e sul centrodestra tutto. Ho letto su tutti i giornali termini molto forti: «agguato», «attacco brutale», «forza eversiva dei sovranisti», «aggressione frontale», «tentativo eversivo», «attacco sovranista» della Lega al presidente Mattarella. Immagino che anche quest'ultimo stia sorridendo davanti a tutto questo polverone che è stato astutamente, seppure vanamente, sollevato. Nessuno ha chiesto le dimissioni di Mattarella, lo ripeto. E faccio notare quello che un dettaglio non è: come diavolo fa un partito che è al governo e che dunque è alla guida dal Paese ad essere eversivo? Eversivo contro se stesso? Trovo l'insieme di queste circostanze ridicolo. E questa tensione perenne volta a gonfiare qualsiasi sillaba pur di demolire i partiti della maggioranza è sintomatica di una crisi dell'opposizione, ossia della sinistra. E non mi riferisco soltanto alla crisi elettorale, segnata dalla perdita di consenso e di credibilità agli occhi della cittadinanza, ma anche e soprattutto ad una crisi di contenuti, di argomenti, di argomentazioni, la quale induce a concentrarsi su questioni di lana caprina, che non stuzzicano gli elettori bensì li annoiano a morte.

Sarebbe bastato considerare il primo articolo di quella Costituzione di cui il nostro presidente della Repubblica è garante, il quale articolo recita: «L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo».

Pure la Costituzione è eversiva? La sovranità appartiene al popolo, non all'Unione Europea, non esiste una sovranità europea la quale

abbia preminenza su quella nazionale. Esistono semplicemente materie nelle quali gli Stati membri dell'Unione hanno ceduto porzioni di sovranità, rinunciandovi temporaneamente al fine di regolare in modo comune certi ambiti.

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