Ortaggi resistenti agli agenti patogeni, frutta che non si ammacca in caso di cadute, grano con minor presenza di glutine, tutte qualità promesse dalle cosiddette coltivazioni genomiche, da non confondere con i prodotti Ogm (Organismi geneticamente modificati) tanto discussi e soggetti a restrizioni.
Le coltivazioni genomiche
Ma cosa sono le coltivazioni genomiche? E perché se ne sta parlando in questi giorni? Con "Nuove tecniche genomiche", ossia Ntg, vengono indicate quelle tecniche utilizzate in agricoltura per sviluppare prodotti tramite mutagenesi mirata e cisgenesi. Procedimenti che, assicurano gli esperti, portano sì a mutazioni nel genoma della pianta, ma senza inserire materiale genetico estraneo. Non ci sarebbero, dunque, alterazioni più evidenti come succede per gli Ogm.
Se ne sta discutendo adesso perché la Commissione Europea ne ha parlato durante la presentazione tenutasi lo scorso 5 luglio. L'Ue ha aperto a questa nuova tecnica di coltivazione, assicurando di mettere comunque in atto tutte quelle procedure di sicurezza finalizzate a tutelare i consumatori, anche dal punto di vista della salute.
Le promesse della nuova tecnica
Come sempre, si mira a ottenere prodotti migliori attraverso l'impiego di mutagenesi mirata o di cisgenesi. Grazie a queste tecniche si potranno avere frutti e ortaggi più resistenti, meno deperibili, o con sapori migliorati. Viene spiegato, ad esempio, che con questo procedimento si ridurrà dal 50 all'80% dell'uso di pesticidi sulle patate, oppure si potrà ottenere una senape dal sapore meno amaro.
L'Ue ribadisce che non si tratta di prodotti Ogm, in quanto, come riferisce Agi, "la mutagenesi mirata induce mutazioni nel genoma senza l'inserimento di materiale genetico estraneo" e la cisgenesi "è un inserimento di materiale genetico in un organismo ricevente da un donatore che è sessualmente compatibile con l'organismo ricevente".
I semi di queste piante, si assicura, verranno etichettati come Ntg, ossia provenienti da nuove tecniche genomiche.
I rischi
La stessa Ue, però, ammette che queste tecniche non sono esenti da rischi, ecco perché verranno effettuati dei controlli affinché in questi prodotti non risulti materiale genetico considerato estraneo. Anche fra le Ntg ci saranno infatti prodotti più elaborati, che hanno subito maggiori modificazioni rispetto ad altri. Si parla, in questo caso, di prodotti ottenuti attraverso più di 20 mutazioni. L'etichetta, in questa circostanza, riporterà la scritta Ogm, con tutto ciò che comporta.
Quindi, se da un lato l'Ue assicura che le Ntg non sono Ogm, dall'altra equipara le Ntg più modificate agli Organismi geneticamente modificati.
Le reazioni
L'apertura dell'Unione europea non è piaciuta a Greenpeace, secondo cui, come riportato da Il Tempo, i "nuovi organismi geneticamente modificati ottenuti con l'impiego di nuove tecniche genomiche non garantirebbero la sicurezza e il rispetto dei diritti dei
consumatori".Coldiretti, al contrario, si è mostrata interessata alla proposta, definendola come un modo di "rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici e della difesa della biodiversità".
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