Europee, Calenda e Renzi temono il tonfo: entrambi rischiano di finire sotto il 4%

Sia Azione sia la lista Stati Uniti d'Europa rischiano di non raggiungere la soglia di sbarramento: così entrambi sarebbero tagliati fuori dal Parlamento europeo

Europee, Calenda e Renzi temono il tonfo: entrambi rischiano di finire sotto il 4%
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Si giocano tutto sul filo del fuorigioco. Dopo la rottura del Terzo Polo avevano deciso di percorrere ognuno la propria strada, dandosi appuntamento alle elezioni europee per vedere chi avrebbe superato la soglia di sbarramento. Una sorta di regolamento dei conti alle urne. Ma ora Carlo Calenda e Matteo Renzi sembrano essere condannati a un destino (negativo) comune: stando alle prime proiezioni, sia Azione sia la lista Stati Uniti d'Europa (che raccoglie Italia Viva, +Europa, Psi, Radicali italiani, Libdem e L'Italia c'è) sono sotto il 4% e così resterebbero fuori dal Parlamento europeo.

La terza proiezione di Swg diffusa su La7, con copertura al 61%, dà in lieve vantaggio il partito di Calenda al 3,8%. Poco dopo si trova Stati Uniti d'Europa, che si fermerebbe al 3,7%. Invece per la quarta proiezione del Consorzio Opinio Italia per Rai (con copertura del campione al 53%) davanti ci sarebbe la lista a cui ha aderito Renzi, che non andrebbe oltre il 3,9%; fuori dai giochi sarebbe anche Azione al 3,2%. Pure sulla base della settima proiezione di Tecnè su Canale 5 in vantaggio ci sarebbe Stati Uniti d'Europa, ma comunque sotto la soglia di sbarramento (3,8%); poco staccata Azione al 3,5%. Ovviamente si resta in attesa dei dati definitivi che arriveranno al termine dello spoglio in corso.

I personalismi tra Calenda e Renzi hanno prima decretato la fine del Terzo Polo, poi hanno impedito un cantiere comune per una lista europea che avebbe consentito a entrambe le formazioni politiche di approdare a Bruxelles. Il fronte si è spaccato ancora una volta e così sia Azione sia Italia Viva (con la lista Stati Uniti d'Europa) corrono il forte rischio di essere tagliati fuori dal Parlamento europeo e di non riuscire a strappare neanche un seggio. Fino a poche ore dal voto i due si sono resi protagonisti di un botta e risposta: Renzi ha accusato Calenda di "rancore personale", mentre l'ex ministro dello Sviluppo economico ha affermato che in Europa dovrebbe stare attento a come vota "per non incorrere in un conflitto d'interesse.".

Entrambi potrebbero essere stati penalizzati non solo dalla polarizzazione del dibattito tra Fratelli d'Italia e Partito democratico (che ha finito per favorire Giorgia Meloni ed Elly Schlein), ma anche dalle ripetute divisioni che in maniera inevitabile hanno disorientato l'elettorato di riferimento.

Il risultato? Azione e Italia Viva rischiano di uscirne con le ossa rotte, mentre Forza Italia (a cui il fu Terzo Polo avrebbe dovuto rosicchiare chissà quanti voti) incassa ancora più preferenze rispetto alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e vede vicina la soglia della doppia cifra.

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