"Rancore personale", "Deve stare attento". Botta e risposta tra Renzi e Calenda

La bordata dell'ex presidente del Consiglio: "È inspiegabile il suo rancore personale". La sferzata del leader di Azione: "Attento a come voti per non incorrere in un conflitto d'interesse"

"Rancore personale", "Deve stare attento". Botta e risposta tra Renzi e Calenda
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Mancano poche ore alle elezioni europee e il dibattito s'infiamma sempre di più, anche tra personalità forti che in passato avevano provato a percorrere la strada del matrimonio politico dando vita al famigerato Terzo Polo. Quella che doveva essere un'entità in grado di rosicchiare voti ai moderati del centrodestra in realtà è finito per essere un ring su cui si è consumato un divorzio che ancora oggi ha strascichi evidenti. Lo dimostra l'ultimo botta e risposta a distanza tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, entrambi ospiti di Enrico Mentana su La7 per lo speciale L'ultima parola.

Il leader di Italia Viva ha preso parte al progetto della lista Stati Uniti d'Europa, cappello che raccoglie +Europa, Psi, Radicali italiani, Libdem e L'Italia c'è. Nei primi giorni del cantiere della formazione politica era circolata l'ipotesi dell'ingresso anche di Azione, ma alla fine il dibattito interno e i personalismi hanno prevalso escludendo quello che fin da subito era apparso come uno scenario di fantapolitica. Proprio su questo tema è stato interpellato Renzi, che non ha rinunciato a lanciare una frecciatina.

"È inspiegabile il rancore personale che lo porta a stare fuori da Stati Uniti d'Europa", ha affermato l'ex presidente del Consiglio. Che, senza cadere nell'insulto diretto o nell'attacco frontale, ha comunque utilizzato parole che hanno sferzato Calenda. E lo ha fatto ripercorrendo le tappe del passato che invece avevano mostrato la disponibilità di Renzi alla collaborazione con il suo ex partner di partito: "Due milioni e 100mila persone hanno scelto di fare il Terzo Polo. Un cittadino romano ha scelto di non farlo più. Io non ho niente contro di lui: l'ho fatto ministro, ambasciatore, presidente del Terzo Polo, non aveva le firme e gli ho dato le firme...".

Altrettanto pungente la presa di posizione di Carlo Calenda, secondo cui ciò che sta facendo Renzi "è molto grave". Il punto della divergenza riguarda sempre le consulenze in Arabia Saudita, tema su cui si è spesso consumato uno scontro senza esclusione di colpi.

La tesi sostenuta dal leader di Azione è che Renzi, anche se dovesse approdare a Bruxelles, si troverebbe con le mani legate: "Attento, perché non è come l'Italia: dovrai stare attento a come voti per non incorrere in un conflitto d'interesse. Lì è l'Europa, ti fanno nero".

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