Evasione, Pnrr e fatture : i paletti di Gentiloni per la manovra

Gentiloni smorza i toni sulla manovra italiana. Ma Pnrr, evasione e pagamenti elettronici sono i tre fronti su cui Bruxelles può muovere osservazioni

Evasione, Pnrr e fatture : i paletti di Gentiloni per la manovra

Paolo Gentiloni mostra cautela sulla manovra italiana e non alza i toni verso il Paese di cui è stato Presidente del Consiglio. Il Commissario europeo agli Affari Economici ed ex deputato e presidente del Partito Democratico ha parlato a Bruxelles in conferenza stampa indicando che il giudizio di Palazzo Berlaymont sulla manovra italiana sarà dato "la prossima settimana".

Per Bruxelles la priorità è il contrasto dell'evasione fiscale e "certamente bisogna continuare nella direzione dell'incoraggiamento a far funzionare al meglio la fatturazione elettronica anche nei singoli paesi". Gentiloni non ha voluto rispondere nel merito dell'uso del Pos e sulle soglie che il governo Meloni vuole modificare ricordando che per l'Europa "la legge di bilancio non è mai business as usual" ma rappresenta sempre "un appuntamento importante e in particolare in situazioni in cui c'è da avere grande attenzione" come quella dell'anno della crisi energetica e dell'inflazione. Per Gentiloni la Commissione europea non deve lanciare allarmi: "Noi stiamo esaminando le proposte e adotteremo un'opinione".

Del resto per Gentiloni "i principi credo siano abbastanza evidenti: basta leggersi il Pnrr per sapere che per noi la fatturazione elettronica e la lotta all'evasione sono grandi priorità". L'ex premier ricorda che con il centrodestra di governo le interlocuzioni proseguono e si è creato un clima di collaborazione, sopratttutto in materia di Pnrr: "Ho potuto constatare nei contatti con il governo italiano, con la presidente del Consiglio, con vari ministri, che l'impegno a rispettare obiettivi, scadenze, è un impegno molto serio".

Gentiloni si auspica una continuità con l'era Draghi da poco conclusasi: "Sappiamo che il governo precedente ha rispettato tutti gli obiettivi e abbiamo fiducia che questo continui ad essere anche da parte dell'attuale governo. E sono certo che i contatti di ieri tra la presidente della Commissione e le autorità italiane, soprattutto il presidente della Repubblica, siano andati in questa direzione". L'ex premier fa riferimento all'intervento della presidente della Commissione Ursula von der Leyen all'Università Bocconi al passaggio di consegne per la presidenza tra Mario Monti e Andrea Sironi, in cui l'ex Ministro tedesco della Difesa ha aggiornato la sua visione sull'Ue inserendo tra le parole chiave "flessibilità" su debito e investimenti, un tema caro all'attuale esecutivo.

Molti temi, del resto, prescindono lo stretto giudizio sulla manovra del governo Meloni. Prendiamo ad esempio la proposta di legge europea sulla fatturazione elettronica studiata da Gentiloni: si presuppone come regolamento generale e non può essere vincolato a un possibile passo indietro su questo fronte dell'esecutivo rispetto alla linea Draghi sui pagamenti digitali. Gentiloni ha anticipato in occasione del dibattito coi giornalisti sulla manovra dell'Italia il fatto che Bruxelles ritiene che gli attuali obblighi di comunicazione dell'Iva siano obsoleti, frammentari e insufficienti per consentire agli Stati membri di contrastare efficacemente le frodi penali in materia.

Questo tipo di frode "è possibile perché l'attuale dichiarazione Iva è semplicemente troppo lenta perché gli Stati membri possano tenere il passo con il commercio intra-Ue, con informazioni che a volte arrivano mesi dopo una transazione". Urge un regolamento comune. E la mossa fa anche il gioco di chi, come l'ex premier e il francese Thierry Breton, in seno alla Commissione vogliono sfruttare la fase attuale per aprire una discussione seria sul futuro delle regole europee e non dare eccessivo spazio aifalchi rigoristi come Valdis Dombrovskis fedeli all'idea di mettere fin da subito i paletti in chiaro.

Pnrr e sua conduzione, pagamenti digitali, evasione: i fronti su cui Italia e Ue dovranno confrontarsi saranno questi tre. E non è detto che l'evitare uno scontro oggi non imponga nuove mediazioni in futuro, specie se le regole sulla censura di bilancio resteranno quelle pre-Covid.

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