
Fatto in fretta e furia e senza logica: questo il giudizio tranchant del ministro Giancarlo Giorgetti sul piano di riarmo europeo annunciato da Ursula von der Leyen. In collegamento con il convegno annuale del dipartimento economia della Lega, il titolare del Tesoro ha spiegato che "che bisogna distinguere due cose: gli aiuti all'Ucraina se gli Usa non lo fanno più, e un piano di investimenti militari che abbia un senso e non fatto in fretta e furia senza una logica".
"Ricordo che per comprare un drone o un missile supersonico, non si va al supermercato, ci vogliono investimenti pluriennali" ha rimarcato Giorgetti, ponendo l'accento sulla necessità di mantenere sangue freddo e ragionare, prendendo impegni senza entrare "nella sindrome che in altri momenti ci hanno portato a comprare montagne di vaccini a prezzi incredibili, per poi buttarne una parte, o la stessa cosa con il gas". Questo tipo di errori clamorosi legati a caos e confusione vanno evitati, mettendo nel mirino "investimenti seri, importanti e consapevoli".
Il ministro dell'Economia ha insistito sul punto, non si può e non si deve agire con frenesia: "Basta ricordare quello che è successo con il Pnrr: all'inizio sono state buttate dentro opere a caso, tanto per fare massa critica. Quando si fa debito, e siccome ci è precluso farlo con cose moralmente importanti, credo bisogna farlo a ragion veduta. Questo mi sento di dirlo con assoluta convinzione e sfido chiunque a contraddirmi".
Nel suo intervento al convegno del Carroccio Giorgetti si è anche soffermato sul dossier dazi. "Noi ci scandalizziamo dei dazi proposti da Trump, ma prima avevamo una concorrenza leale a livello globale? Non avevamo forse dei Paesi che finanziavano le imprese in modo scorretto? Questo non possiamo dimenticarcelo" la provocazione del ministro leghista: "Questo risveglio è qualcosa che costringerà tutti a chiederci come ricostruire un sistema di commercio globale su basi più trasparenti e corrette".
Giorgetti ha inoltre evidenziato che il "Wto da qualche anno non fa più nulla", a testimonianza del fatto che "anche l'arbitro non viene più riconosciuto".
A suo avviso, la gestione dei dazi ha dietro di sè un obiettivo geopolitico: "Con un chiaro target che è la Cina, e dovrebbe essere un tema che interessa anche noi, anche le tante imprese italiane, già morte a causa della concorrenza scorretta di alcuni Paesi, e altre ancora in difficoltà per quello". E ancora: "Ovviamente l'interesse nazionale significa anche difendere l'interesse di tante aziende esportatrici che si sono difese in questi anni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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