Dietrofront di Bruxelles sulle Euro 7: cosa c'è dietro lo stop alla stretta

Il successo del fronte dei Paesi contrari alla riforma prevista per il 2025, guidato dall'Italia e dalla Francia

Dietrofront di Bruxelles sulle Euro 7: cosa c'è dietro lo stop alla stretta
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Quando Bruxelles era ormai pronta ad andare fino in fondo e a dare una stretta definitiva alle norme previste per la circolazione delle vetture dotate di motori a combustione interna, ecco che arriva la brusca frenata: l'imposizione degli standard Euro 7 per auto e furgoni subisce dunque un allentamento e la novità dovrebbe essere formalizzata già lunedì prossimo in occasione della riunione dei ministri dell'Industria in Consiglio Competitività, a cui l'Italia parteciperà col titolare del dicastero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Sono trascorsi appena dieci mesi da quando la Commissione aveva avanzato la proposta di imporre, a partire dal 2025, degli standard ancora più stringenti per la circolazione delle auto sul territorio della Ue: tali standard prevedevano di tenere conto anche delle emissioni inquinanti diverse dalla CO2 ma sempre "prodotte" dalle auto. Nella bozza realizzata quindi, per la prima volta in assoluto dall'introduzione delle "limitazioni green", si faceva riferimento non solo alle emissioni prodotte dagli scarichi ma anche di quelle derivanti dal consumo di pneumatici e freni.

In questo caso, tuttavia, Bruxelles non aveva fatto i conti con la consistenza del fronte di opposizione alla norma che si era creato fin da subito, guidato da Italia e Francia e comprendente anche Ungheria, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, e dovrà ora rivedere i suoi piani a breve termine. Il nuovo testo, in sostanza, lascerà inalterati i limiti di emissioni inquinanti prodotte dagli scarichi previsti dagli Euro 6 e già in vigore. Al contempo si darà una bella spinta in avanti, presumibilmente almeno fino al 2030, all'entrata in vigore dei limiti stringenti che si sarebbero voluti imporre su tutto il territorio dell'Unione Europea dal 2025: un modo, insomma, per rimandare il problema, che di certo andrà rivalutato.

Per trovare un compromesso "ci siamo concentrati sulle particelle nei freni e nelle batterie, pur mantenendo grosso modo la regolamentazione dell'Euro 6 per quanto riguarda le emissioni di gas di scarico", ha dichiarato un alto funzionario dell'Ue.

"Avremmo voluto forse un documento più ambizioso per quanto riguarda alcune delle particelle emesse, e in particolare per quanto riguarda i di scarico supplementari", ha aggiunto,"ma questo non avrebbe avuto il sostegno degli Stati membri". La medesima fonte ha inoltre parlato della"possibilità di inclusione" nel testo degli e-fuels, sotto proposta della Germania.

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