Il governo Meloni incassa una nuova vittoria dall'Europa. Dopo il recente via libera della nuova Commissione europea a Raffaele Fitto nel ruolo di vicepresidente esecutivo con il portafoglio di politica di Coesione, Sviluppo regionale e città, oggi la Commissione Ue ha promosso il Piano strutturale di bilancio a medio termine (Psb) dell'Italia.
In una nota si legge che il nostro paese "soddisfa i requisiti del nuovo Patto di stabilità" e proseguendo nella lettura si scopre che l'Italia: "definisce un percorso fiscale credibile" per garantire che il debito pubblico sia posto su un percorso discendente credibile. Le misure nel piano poi, per l'esecutivo comunitario "soddisfano i requisiti per giustificare un'estensione" a sette anni. "Questi piani contribuiranno alla sostenibilità di bilancio e promuoveranno una crescita sostenibile e inclusiva", ha commentato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, notando che dei 20 piani approvati, cinque di essi (tra cui quello italiano) sono di sette anni, anziché di quattro. «I piani riflettono le priorità comuni dell’Unione europea, ovvero rafforzare la resilienza economica e sociale, avanzare con la transizione verde e digitale e rafforzare la capacità di sicurezza dell’Europa".
A sottolineare il successo del parere della Commissione sui conti dell'Italia arrivano anche le parole del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni che ha riconosciuto la difficoltà di rispettare il piano. "Nel nuovo Patto di Stabilità ci sono delle regole rigide, ma onestamente non sono io quello che le ha volute. Non sto puntando il dito verso nessuno ma qualcuno le ha volute. Quindi ci sono delle regole rigide in diversi casi, ma spetterà alla prossima Commissione farle rispettare", Gentiloni nella conferenza stampa sul pacchetto autunnale del Semestre europeo.
Le regole del patto di stabilità
Il nuovo Patto di stabilità e crescita, approvato dal Parlamento europeo, prevede per i Paesi con un debito superiore al 90% del Pil che debbano ridurlo di un punto percentuale ogni anno; i Paesi con un debito compreso tra il 60% e il 90% dovranno ridurlo dello 0,5%. Gli Stati che non dovessero rispettare i vincoli di bilancio potrebbero essere destinatari di procedure di sorveglianza e sanzioni emesse dalla Commissione: l’esecutivo UE potrebbe quindi avviare una procedura di infrazione verso il paese che non rispettasse le tempistiche previste dalla riforma.
In questo senso l'Olanda è l'osservato speciale. Dei 22 piani presentati, 20 hanno ricevuto l’approvazione dell’esecutivo comunitario. Solo quello olandese dovrà essere rivisto, mentre quello ungherese è ancora oggetto di analisi. Bruxelles propone così al Consiglio Ue di raccomandargli un percorso di spesa coerente. Cartellino rosso ai Paesi Bassi anche sul Documento programmatico di bilancio, "non in linea" alle raccomandazioni di spesa. Giudicati "non pienamente in linea" i Dpb di Germania, Estonia, Finlandia e Irlanda per la spesa, e di Lussemburgo, Malta e Portogallo per la mancata riduzione dei sussidi energetici. La Lituania "rischia di non essere in linea" sulla spesa.
Giudizio positivo sulla Finanziaria 2025
Nel contempo, Bruxelles ha anche analizzato i bilanci nazionali relativi al 2025, sempre sulla base delle nuove regole del Patto di Stabilità, che guardano con attenzione all’andamento della spesa statale netta. La Finanziaria deve essere coerente con i piani nazionali di risanamento dei conti pubblici. Secondo Bruxelles, il bilancio per il 2025 dell’Italia è in linea con le raccomandazioni di bilancio, insieme a quelli di Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia.
I bilanci di Estonia, Germania, Finlandia e Irlanda non sono invece considerati pienamente in linea in quanto la spesa netta annuale (Finlandia, Irlanda) e/o cumulata (Estonia, Germania, Irlanda) è prevista al di sopra dei rispettivi massimali.
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