"È più che qualificato". Ecco chi difende Di Maio per l'incarico nel Golfo Persico

Sono pochissimi quelli che credono alla reale capacità di Luigi Di Maio di andare a trattare col Medioriente per il gas. Tra loro c'è Edward Luttwak

"È più che qualificato". Ecco chi difende Di Maio per l'incarico nel Golfo Persico

La nomina di Luigi Di Maio come inviato speciale Ue nel Golfo Persico è diventata un caso. Il governo in carica ha sconfessato la sua raccomandazione e l'europarlamentare della Lega Paolo Borchia ha presentato un'interrogazione indirizzata a Borrell, mentre il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha sottolineato con nettezza come il premier in carica, Giorgia Meloni, non possa sostenere la candidatura dell'ex titolare della Farnesina. A difendere Di Maio ora è intervenuto l'esperto di politica internazionale americano Edward Luttwak.

A suo dire il predecessore di Antonio Tajani "è più che qualificato per rappresentare l'Unione europea nel Golfo Persico". Secondo Luttwak l'ex ministro degli Esteri ha imparato "velocemente il mestiere di rappresentare l'Italia (non Cuba o il Vaticano) nel mondo, staccandosi dai pacifisti a sostanza zero e opportunisti tipo Conte". L'esperto di politica internazionale ha espresso la sua opinione in un tweet che non è stato accolto con particolare enfasi, soprattutto perché in pochi sembrano essere concordi con il fatto che Di Maio possa rappresentare l'Europa nella partita energetica con i Paesi del Medioriente.

Le maggiori critiche arrivano soprattutto dall'Italia, dove sembra che nessuno creda alle reali capacità di Luigi Di Maio in quel ruolo. "Non è la proposta di questo governo, ma di quello precedente", ha commentato Antonio Tajani, raggiunto dall'Ansa. Poche parole che sottolineano come l'esecutivo di Giorgia Meloni abbia ben più di qualche remora sul suo nome. Ma gli attacchi più forti per l'ex ministro degli Esteri arrivano dal suo ex partito, il Movimento 5 stelle. Da quelle parti, infatti, si bisbiglia che la proposta potrebbe essere quasi un risarcimento per Di Maio dopo la disfatta elettorale del 25 settembre a seguito della scissione del M5s, avvenuta in un momento di crisi del governo Draghi, che ha poi portato alla caduta.

"Di Maio, nato come grillino anticasta, si fa casta fino alle estreme conseguenze.

Sapendo di scomparire dalla scena politica, infatti non è stato eletto e il suo movimento non ha raggiunto il quorum, avrebbe fatto in modo di assicurarsi un prestigioso incarico utilizzando a tal fine la carica che ricopriva e che certamente avrebbe perso", ha detto Maurizio Gasparri, che ora si appella a Bruxelles perché prenda atto delle parole del governo in carica.

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