Dopo le donazioni milionarie, la stretta: Ong in rivolta contro Scholz

Il governo tedesco stringe le maglie sull'immigrazione irregolare e punta a criminalizzare chi agevola l'ingresso in Europa di irregolari senza documenti

Dopo le donazioni milionarie, la stretta: Ong in rivolta contro Scholz
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La necessità di stringere le maglie attorno alle migrazioni irregolari è entrata nelle agende di gran parte dei Paesi europei, che si sono resi conto di non poter più sostenere flussi incontrollati e di non poter più mantenere chi non ha alcun diritto di asilo. A questo va aggiunto l'allarme terrorismo incrementato a seguito del conflitto tra Palestina e Israele, che rischia di scatenare una violenta Jihad in Europa. In questo scenario di pericolo, la maggior parte dei Paesi ha sospeso i trattati di Schengen per introdurre i controlli di frontiera e i conseguenti respingimenti e i singoli governi si stanno muovendo per arginare gli ingressi. Anche la Germania socialista di Olaf Scholz si sta muovendo e dopo aver annunciato la chiusura delle sovvenzioni in patria per i richiedenti asilo, ha annunciato una modifica alla legge, che prevede la penalizzazione per chi agevola il passaggio di irregolari in Europa.

Questo ha scatenato il panico nelle Ong del Mediterraneo, per la maggior parte con sede in Germania e aventi navi che battono bandiera tedesca. Se la legge passasse così com'è stata proposta, c'è il rischio di una condanna a 5 anni per chiunque agisca per favorire l'ingresso di persone senza documentazione in regola all'interno dell'Unione europea. Il governo Scholz ha negato che il riferimento possa essere anche alle Ong ma, di fatto, questa è l'attività primaria di questo tipo di organizzazioni. È stata pertanto una petizione contro il cancelliere tedesco e il suo governo da parte delle Ong per chiedere di essere escluse dal cambiamento della legge. "Con l’attuale proposta di legge, la Germania si unisce alle politiche repressive di Grecia e Italia, dove i soccorritori marittimi e le persone in fuga sono essi stessi coinvolti in processi penali che durano anni", scrivono nella petizione in cui, vedendo sfumare tutti i privilegi e le agevolazioni ottenute nel tempo, le Ong battono i piedi per continuare a operare nell'impunità.

Le stesse sostengono di non ottenere alcun beneficio da questa attività, in realtà chiedono e ottengono sovvenzioni da parte di enti statali (come il governo), aziende e privati allo scopo di portare in Europa migranti irregolari. E tra i promotori della petizione, in maniera quasi irrisoria, ci sono Sos Humanity e United4Rrescue: la prima ha ricevuto 790mila euro mentre la seconda avrebbe dovuto ottenere tutti i 2 milioni all'anno previsti dalla Germania, per poi smistarli nelle Ong dell'unione, Tra i primi firmatari, inoltre, c'è la Ong Sea-Eye, anch'essa finanziata dal governo tedesco, il quale ha versato nelle sue casse, su ordine del parlamento, 365mila euro.

Le Ong si appellano al diritto internazionale che obbliga le imbarcazioni in navigazione a salvare chiunque si trovi in pericolo per portarlo in un porto sicuro ma il diritto internazionale non menziona chi fa questo di lavoro. E sfruttando la falla nell'ordinamento le Ong traghettano i migranti in Europa.

Visto che ormai la discussione nell'Unione è aperta, si potrebbe ragionare nell'ottica di chiedere una modifica dei trattati internazionali, distinguendo i natanti in pericolo per un problema sopraggiunto durante la navigazione da quelli che partono dall'Africa e si mettono scientemente in pericolo per essere portati in Europa. Perché la differenza esiste ed è sostanziale.

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