"Polvere sotto il tappeto...". Quando Panzeri denunciava la Libia

Nel 2019 Panzeri era presidente della sottocommissione dei Diritti dell'Uomo della Ue. Ora è accusato di corruzione e riciclaggio per aver ricevuto fondi da Qatar e Marocco

"Polvere sotto il tappeto...". Quando Panzeri denunciava la Libia

Antonio Panzeri, ex eurodeputato eletto con il Partito democratico, è ancora in carcere nell'ambito dello scandalo rinominato Qatargate. Secondo gli elementi dell'indagine partita da Bruxelles, il sospetto è che Panzeri sia intervenuto "politicamente" con i componenti lavorano al Parlamento Europeo "a beneficio di Qatar e Marocco" in cambio di versamenti di somme di denaro e doni o regalie per ammorbidire la posizione dell'Europa nei loro confronti. Lo scandalo si sta allargando a macchia d'olio e sta coinvolgendo anche alte sfere dell'Unione europea, come testimonia anche l'arresto di Eva Kaili, vicepresidente (ora sospesa) del parlamento europeo.

In queste ore stanno emergendo le dichiarazioni dei principali indagati dello scandalo e dopo le parole dell'eurodeputata greca Kaili lo scorso novembre in parlamento, quando elogiava il Qatar anche a scapito dei Paesi europei sulla tutela dei lavoratori e dei diritti umani, ecco che sono emerse anche le dichiarazioni di Antonio Panzeri nel corso di una conferenza stampa nel 2019. Intervistato sulla questione della difesa dei diritti umani, l'ex eurodeputato del Pd (fermato vicino a Bergamo insieme alla moglie e alla figlia), dichiarava: "Si rischia di mettere la polvere sotto il tappeto. Per noi il problema non riguarda solamente l'approdo, ma anche il luogo dove oggi sono, soprattutto in Libia".

Nel video, ancora disponibile su YouTube e in mattinata segnalato da Francesco Storace su Twitter, Panzeri aggiungeva: "Alcuni immigrati che abbiamo incontrato ci hanno confermato che lì la situazione è drammatica: vivono in lager e sono oggetto di vessazioni e violenze continue. Non possiamo solo esternalizzare i problemi ma bisogna valutarli insieme". Quindi, concludeva: "Se la situazione continua chiederemo che si vada a una nuova valutazione sui finanziamenti". All'epoca Panzeri era presidente della sottocommissione dei Diritti dell'Uomo della Ue e le sue parole stridono con quanto sta emergendo dall'indagine di Bruxelles.

Il giudice istruttore belga Michel Claise contesta ad Antonio Panzeri e ad altre 4 persone i reati di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio a partire dal gennaio 2021.

Considerando che quelle dichiarazioni risalgono al 2019, ha fatto in fretta l'esponente europeo del Partito democratico a cambiare idea, facendo leva su alcune persone che lavorano al parlamento europeo, dietro pagamento, in favore di Marocco e Qatar. In particolare, il Paese del Golfo avrebbe fatto pressioni per smorzare le critiche da parte dell'Europa in vista dei mondiali.

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