"Pur di reprimere l'immigrazione...". Il nuovo attacco di Salis all'Ue per i Paesi sicuri

L'eurodeputata punta il dito contro Bruxelles perché la Tunisia è stata inserita nell'elenco dei Paesi sicuri per i rimpatri dei migranti senza permessi

"Pur di reprimere l'immigrazione...". Il nuovo attacco di Salis all'Ue per i Paesi sicuri
00:00 00:00

Pasqua sulle barricate per Ilaria Salis, che torna ad attaccare l'Unione europea e l'Italia per la determinazione della lista dei Paesi sicuri. Ai partiti di opposizione italiani non sembra proprio andare a genio il fatto che l'Italia a guida Meloni sia uno dei Paesi faro dell'Unione europea. Tutte le previsioni fatte prima delle elezioni del 2022, e anche dopo quando è stata determinata la vittoria, si stanno sgretolando e ora le opposizioni sono alla costante ricerca di argomenti di critica, sempre molto deboli. Salis ne è un esempio. La sua provenienza dai centri sociali emerge in ogni post e la propaganda pro-immigrazionista è un elemento caratterizzante della sua politica da quando è stata eletta al parlamento europeo come stratagemma per sottrarsi al tribunale di Budapest, dove è indagata per i fatti del 2023.

"Come può, la Tunisia di Saied, essere considerata un paese sicuro? Sabato mezza opposizione è stata condannata con pene draconiane in un processo farsa, sancendo definitivamente la fine dello stato di diritto. Il presidente-dittatore, che ormai governa per decreto (vi ricorda qualcosa?), agita lo spettro del complotto internazionale per giustificare qualunque abuso", dice l'europarlamentare, che non spiega quali siano le fonti delle sue gravi affermazioni e così facendo impedisce di valutarne la credibilità. L'Europa ha lavorato a lungo per la stesura dell'elenco, evidentemente sono stati valutati tutti gli aspetti per la determinazione, con fonti probabilmente più affidabili rispetto a quelle da cui ha preso spunto l'europarlamentare.

"I migranti neri vengono catturati, deportati nel deserto e, in alcuni casi, addirittura venduti alle milizie libiche. La società civile è repressa con ferocia. Il popolo annaspa nella crisi economica e, dopo la primavera, sopravvive a malapena in un lungo inverno autoritario", prosegue Salis, che non ha probabilmente capito quale sia lo scopo dei Paesi sicuri. I "migranti neri", come li chiama lei non vengono rimpatriati in Tunisia nel caso in cui si decida per la loro espulsione, ma nel Paese di origine e secondo il suo ragionamento l'Europa dovrebbe accogliere qualunque tunisino decida di imbarcarsi irregolarmente per raggiungere l'Europa: si parla di circa 12milioni di persone, una popolazone quasi pari a quella del Belgio circa, o della Grecia o della Repubblica Ceca, che si riversa in Europa. Il sistema sociale è già al collasso in molti Paesi europei e non è più sostenibile un'immigrazione sregolata e non controllata.

"Eppure, per l’Italia e per l’Unione Europea, la Tunisia è un Paese sicuro. Almeno abbiano l’onestà intellettuale. Almeno si assumano la responsabilità. Pur di reprimere la migrazione, pur di negare il diritto d’asilo, ormai ogni dittatura è tollerabile. Perché, in fondo, anche noi questo stiamo diventando. Che lo spirito della rivoluzione del 2011 torni ad animare la Tunisia. E l’Italia. E l’Europa intera", ha chiosato Salis.

È facile parlare per slogan, prendendo per vero qualunque informazione reperita dal web, oppure da fonti non verificate e senza contradditorio. Salis incarna la politica di sinistra che vive nell'utopia di un mondo insostenibile.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica