È questione di cento metri

C'è grande attesa per i risultati elettorali ma la contesa tra i partiti di governo e di opposizione non la si giocherà nell'urna bensì in quel tratto di strada, spesso poche centinaia di metri, che divide casa dall'urna

È questione di cento metri
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C'è grande attesa per i risultati elettorali ma la contesa tra i partiti di governo e di opposizione non la si giocherà nell'urna bensì in quel tratto di strada, spesso poche centinaia di metri, che divide casa dall'urna. Escludo infatti che un elettore fino a ieri di sinistra oggi e domani possa mettere la sua croce nella scheda su un partito di destra e ovviamente viceversa. Se si esclude forse il Renzi delle europee 2014 che attirò su di sé la simpatia di elettori non di sinistra, raggiungendo la considerevole percentuale del 40 per cento, non è mai accaduto che i risultati registrassero significativi cambi di campo e casacca tra gli elettorati. Gli spostamenti più evidenti sono sempre avvenuti all'interno delle coalizioni come quando i Cinque Stelle ridimensionarono il Pd o più di recente quando Fratelli d'Italia andò

a pescare dentro Lega e Forza Italia.

Il risultato della partita che inizia oggi alle 15, orario di apertura dei seggi, sarà quindi innanzitutto deciso da quanti potenziali elettori del centrodestra e quanti del centrosinistra avranno la voglia di percorrere quei pochi metri per contribuire al successo del proprio partito preferito. E qui subentra un fattore più psicologico che politico: i simpatizzanti dei partiti di governo sono di solito più appagati di quelli dei partiti di opposizione che viceversa sono motivati a cercare una rivincita il prima possibile.

La domanda allora è: perché concedere, pure gratis, un simile vantaggio a politici che certamente non faranno i nostri interessi in Europa come in Italia? Non soltanto la pigrizia non mi pare un buon motivo, ma neppure una eventuale delusione o disincanto che dir si voglia. Il diritto-dovere di voto

è come l'aria: respiri ma non ci fai caso, non ne senti la necessità, non ne percepisci l'importanza vitale e non è che perché sai che l'aria è inquinata smetti di farlo.

Come noi viviamo solo grazie all'aria, la democrazia sopravvive solo grazie al voto, ma c'è democrazia e

democrazia come ben sappiamo per averne sperimentato formule dannose. Quindi, per arrivare al punto, tiriamo un bel respiro e a polmoni pieni percorriamo quei cento metri che ci separano dal seggio. Per non pentirsene domani.

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