"Rimpatri insufficienti". Sui migranti ora l'Ue parla la lingua di Meloni

Il via alla presidenza svedese. E Piantedosi: "Serve un rientro forzato accompagnato"

"Rimpatri insufficienti". Sui migranti ora l'Ue parla la lingua di Meloni

La parola d'ordine è rimpatri, finalmente. E la linea italiana sull'immigrazione illegale sembra trovare spazio in Europa. «La situazione attuale è che abbiamo un tasso di rimpatri molto basso» ha dichiarato Ylva Johansson, commissario europeo, al Consiglio informale degli Affari interni Ue, ieri a Stoccolma. «Le richieste di riammissione sono solo il 16 per cento delle decisioni di rimpatrio» ha sottolineato evidenziando il problema della disponibilità dei paesi d'origine. Johansson, che è svedese, fa notare che «Frontex è ora molto ben equipaggiata per facilitare i rimpatri». Il ministro all'Interno, Matteo Piantedosi, ha proposto al Consiglio di «sviluppare un terzo modello di rimpatrio che potremmo chiamare rimpatrio forzato accompagnato». Un rientro obbligato in patria per chi non ha diritto a restare in Italia e negli altri paesi Ue, che sia associato a progetti di reintegrazione. «In caso di rimpatri forzati, può infatti agevolare la collaborazione dello straniero, stimolare i Paesi terzi di provenienza e concorrere a contrastare le cause profonde dell'immigrazione» ha spiegato Piantedosi. Anche la leva dei visti per favorire un'immigrazione legale e controllata «è uno strumento che dobbiamo tenere in considerazione» ha aggiunto il titolare del Viminale «ed utilizzare una stretta sinergia con Frontex». La musica sta cambiando e la posizione italiana trova riscontri. Maria Malmer Stenegaard, ministra per le migrazioni della Svezia, alla presidenza di turno dell'Ue, ha spiegato che «la situazione è grave. Ci concentreremo sulla dimensione esterna e in particolare sulla questione del rimpatrio di coloro ai quali è stato negato l'asilo». Il patto sulla migrazione e l'asilo sembra all'orizzonte del mandato svedese, ma bisognerà fare attenzione che non sia un boomerang per l'Italia, paese di primo approdo dei migranti. «Dobbiamo fare pressione sui Paesi che non riprendono i loro cittadini, sia che siano rifugiati espulsi o persone che non hanno diritto» ha chiarito Kaare Dybvad Bek, ministro dell'Immigrazione della Danimarca. Anche gli olandesi sono per la linea dura: «Ci sono troppe persone che stanno arrivando dall'altra parte del Mediterraneo» ha spiegato il ministro per la Migrazione Eric Van Der Burg. I paesi membri devono fare pressione sulla Commissione europea, il «governo» Ue, per stringere «accordi con i Paesi terzi dall'altra parte del Mediterraneo e in Africa». Prima fra tutti la Tunisia in predicato da anni per un patto anti immigrazione illegale. I tedeschi puntano ad andare avanti da soli, come potrebbe fare l'Italia se Bruxelles non si muove. A Stoccolma ha fatto capolino anche la richiesta di costruire un nuovo «muro» sul confine fra Bulgaria e Turchia che fermi i migranti via terra voluto pure da Austria e Grecia. Musica stonata per i talebani dell'accoglienza che vorrebbero abolire i confini. Ci sono dubbi sul risultato, ma la Ue punta ad intervenire in maniera unitaria anche nei confronti delle Ong del mare. Nave Geo Barents di Medici senza frontiere si sta dirigendo verso La Spezia con 237 migranti, ma Ocean Viking di Sos Mediterranee ha recuperato davanti alle coste libiche altre 95 persone, nonostante l'intervento della Guardia costiera di Tripoli. «Nessuno di loro aveva il giubbotto di salvataggio» confermano i soccorritori, come se fossero al corrente che a poche miglia c'era la nave della Ong, che adesso deve sbarcarli a Carrara. In rinforzo arriva l'ammiraglia Sea Eye 4 per la prima missione nel 2023 dei talebani dell'accoglienza tedeschi finanziati dalle chiese.

E Sea watch che sta approntando una super nave ad Amburgo ha già dichiarato «guerra»: «Il governo italiano continua a violare il diritto internazionale e i diritti umani delle persone soccorse in mare» perché Geo Barents deve sbarcare i migranti a La Spezia, troppo lontano.

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