“In Ue stesse priorità dell’Italia”. Meloni soddisfatta dopo il vertice di Bruxelles

Conflitto in Medio Oriente e in Ucraina, migranti e nuova governance: Meloni fa il bilancio del Consiglio europeo che si è chiuso positivamente

“In Ue stesse priorità dell’Italia”. Meloni soddisfatta dopo il vertice di Bruxelles
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Al termine del Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni ha affrontato un punto stampa in cui ha confermato l'unità dei 27 Paesi nelle conclusioni sul conflitto in Medio Oriente. "L'Unione Europea ha come priorità le stesse priorità che aveva ribadito l'Italia. Ovvero fare del nostro meglio per evitare una escalation del conflitto, lavorare sul fronte umanitario e lavorare su una soluzione strutturale di lungo periodo di due popoli e due Stati", ha spiegato il presidente del Consiglio, che poi ha affrontato con i giornalisti anche le ulteriori questioni che sono state discusse a Bruxelles alla ricerca di una soluzione i problemi più importanti che in questo momento affliggono l'Unione.

In particolare, il premier ha ha messo in evidenza come da parte dell'Europa ora ci sia la massima attenzione anche sul tema dei migranti, che in questo particolare momento storico non è del tutto slegato da quello dell'allarme terrorismo e sicurezza, che ha portato diversi Paesi alla sospensione degli accordi di Schengen. Proprio quello delle migrazioni è stato un tema prioritario durante la discussione: "Devo dire che è una priorità condivisa del Consiglio europeo, tutti sono d'accordo sul fatto che nuove risorse devono essere messe su questo capitolo". Inevitabilmente, nella discussione sulla necessità di trovare una soluzione valida che permetta all'Europa di ridurre i flussi e preservare la sua sicurezza all'interno dei suoi confini.

Blocco navale: serve concertazione tra Europa e le autorità del Nord Africa

Il tema del blocco navale, ha spiegato il premier, è quello di una missione europea in raccordo con le autorità del Nord Africa ma per farla funzionare questi Paesi devono essere d'accordo: "Se lo si fa in acque internazionali può diventare un pull factor, se lo si fa in acque nazionali allora si può fare un lavoro serio". Ed è in questa ottica, ha spiegato, che "stiamo lavorando per avere rapporti migliori con i Paesi del nord Africa. Spero che un giorno possa portarci a un'iniziativa di quel tipo ma se non c'è quest'accordo con le autorità, allora la missione rischia di diventare controproducente".

Patto di stabilità: nuove regole sulla governance entro la fine dell'anno

Ovviamente, è fondamentale ragionare in tal verso anche nell'ottica del bilancio e dei fondi da destinarvi, come ha ben spiegato il premier. E ora in Europa è attivo il dialogo sul Patto di stabilità: "Nelle conclusioni del vertice c'è il riferimento a chiudere le nuove regole sulla governance entro la fine dell'anno, anche questo non era scontato, non è facile la trattativa, ieri abbiamo fatto notte fonda le posizioni di partenza sono divergenti, ma penso che anche grazie al contributo italiano ieri qualche passo avanti è stato fatto".

Sul conflitto tra Ucraina e Russia non cala l'attenzione dell'Europa

L'altro fronte aperto in Europa resta quello dell'Ucraina, sul quale i vertici non hanno perso la loro concentrazione. Sebbene l'opinione pubblica abbia deviato le sue attenzioni verso il Medio Oriente, l'Unione europea segue l'evoluzione del conflitto tra Ucraina e Russia con la medesima attenzione: "Abbiamo parlato di Ucraina, abbiamo confermato il nostro pieno sostegno al paese, a maggior ragione ora non si deve abbassare la guardia".

Accordi sul Mes

In merito al Mes, il premier ha chiarito: "Dobbiamo stare alla posizione già espressa dalla maggioranza, che non si può affrontare il tema di uno strumento se non si conosce la cornice di quello strumento. Il Mes richiama ai vecchi vincoli del Patto di stabilità". E poi ha aggiunto: "Noi stiamo facendo una trattativa sui nuovi vincoli del Patto di stabilità. Se oggi approvassimo un trattato che riporta ai vecchi parametri del Patto di stabilità non faremmo una cosa utile. Indipendentemente da quello che si pensa sullo strumento in sè e sull'accesso dell'Italia".

Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha citato il tema Mes indicando che "il lavoro continua", in qualche modo portando pur prudentemente il tema in sala.

Non c'è stata discussione su questo e, come gli altri leader, il premier Giorgia Meloni su questo argomento non è intervenuto. Ciò significa che la pressione sull'Italia affinché ratifichi il trattato non è stata esplicitata nel corso formale della riunione.

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