La situazione italiana è contrassegnata da fattori potentissimi di sclerosi di tutti gli apparati burocratici, di irrazionalità ed inefficienza nell'organizzazione del lavoro dentro i servizi pubblici, e naturalmente di irriducibilità della spesa pubblica per trasferimenti al personale. Oggi è quasi impossibile spostare un operaio dentro una fabbrica secondo gli imperativi dell'efficienza, figuriamoci un impiegato in una qualsiasi amministrazione pubblica. Come appare evidente dalle tre proposte di legge per combattere la disoccupazione giovanile che sono fioccate negli ultimi mesi, esse sono altresì un incentivo formidabile a moltiplicare le occupazioni in servizi di nessuna identificabile utilità economica. Più si sfornano laureati peggio funzionano le biblioteche e i musei mentre il nostro patrimonio culturale si degrada irrimediabilmente.
Figlia della demagogia della classe politica, della mancanza in essa di progetti definiti circa il futuro nazionale, prodotto anche dell'irrazionale amministrazione di tanta parte delle risorse del nostro Paese, della sua disorganizzazione civile e di vecchie tare culturali, la disoccupazione intellettuale di massa diventa a sua volta un fattore permanente di riproduzione e di intensificazione di tutti i mali da cui è nata. Eppure io credo che nella società italiana, pur con le crisi che attraversa, ci siano ancora sufficienti forze sane capaci di contrastare la rovinosa tendenza.Giuseppe Are - 16 febbraio 1977
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