La fabbrica del nucleare nel cuore della Lombardia: «Lavoriamo per l’Europa»

Mentre si discute sul rilancio del nucleare in Italia, per le imprese milanesi è già una realtà. Le aziende che gravitano attorno alla metropoli sono all’avanguardia nella realizzazione delle sofisticate componenti per le centrali atomiche di Usa, Francia e Paesi asiatici. Tanto che per Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo nucleare, «una centrale in Italia può tuttora essere realizzata per il 70-75% dall’industria nazionale», che tolte poche eccezioni significa milanese. Il caso più recente è quello della Pietro Carnaghi Spa con sede a Villa Cortese, vicino a Legnano, che ha appena vinto una maxi commessa da 10 milioni di dollari per la Babcock & Wilcox nuclear, la principale società americana attiva nella costruzione di camere di combustione per centrali atomiche. Come rivela l’ad Flavio Radice, «nostro compito sarà fornire le macchine utensili per la realizzazione delle turbine, dove deteniamo il 60% del mercato mondiale. Si tratta della prima commessa importante nel nucleare, ma guardiamo al futuro e siamo già in contatto con Areva, la società leader in Francia, nell’ottica di un ritorno dell’energia atomica in Italia».
A primeggiare per specializzazione è però la Mangiarotti Nuclear, con sede in viale Sarca a Milano, dove può contare su un’area di 14mila metri quadri e 120 addetti. Oltre che sulle sinergie con i vari stabilimenti della Mangiarotti Spa che nel 2008 è arrivata a un giro d’affari da 120 milioni di euro. Come rivela il responsabile commerciale Eugenio Lumini, «tra i nostri progetti c’è anche quello di partecipare come subfornitori alla costruzione della prima centrale atomica negli Emirati arabi. Potrebbe sembrare un paradosso, se si pensa a quanto petrolio ha il Paese del golfo Persico, eppure è la dimostrazione del fatto che il nucleare è il vero futuro nel settore energetico». Tra le aziende che dagli anni ’80 non hanno mai smesso di lavorare per il nucleare c’è la Omb Valves, i cui stabilimenti di Settimo Milanese e Cenate sfornano valvole per le centrali di Corea, Cina e Taiwan. Al contrario la Ibf, gruppo con sede a Vittuone dove conta 85 addetti e un’area da 18mila metri quadri, è una new entry dell’energia atomica.
Come racconta l’ad Urbano Faina, «a contattarci è stata la Westinghouse, il colosso Usa del nucleare. Cercava un fornitore in grado di realizzare le tubazioni per il nucleo delle centrali costruendole tutte d’un pezzo senza saldature. Tutte le altre aziende prima di noi si sono rifiutate per la complessità dell’operazione, noi invece abbiamo accettato la sfida. Il prototipo è riuscito e abbiamo così ottenuto la commessa da 50 milioni di euro per la costruzione di quattro centrali entro il 2010». Ma nel futuro dell’energia nucleare c’è anche il nuovo Metadistretto dell’energia con sede a Legnano, che comprende circa 1.000 aziende in un raggio di pochi chilometri. Come spiega il presidente Alberto Ribolla, «la Lombardia è rimasta una delle poche isole d’eccellenza nel settore nucleare in Italia, mentre negli anni '80 eravamo la seconda nazione al mondo per aggiudicazione d'appalti».

E aggiunge il sindaco Lorenzo Vitali: «Quando passò il referendum sul nucleare la Franco Tosi di Legnano dovette lasciare a casa migliaia di dipendenti. L’energia atomica ha un debito con il nostro territorio e anche per questo spero che possa essere rilanciata».

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