Facciamo l’hit parade dell’Unità d’Italia

Modesta proposta per il Festival di Sanremo (o per altra trasmissione incentrata sulla storia d’Italia e della nostra straordinaria musica leggera). Penso che, al di là delle divergenze e di qualsiasi retorica, i due soli fattori unificanti per il nostro variopinto e umorale, incostante popolo siano la Nazionale di calcio e le canzonette.
Quando la Nazionale vince partite importanti, anche la gente disinteressata al calcio partecipa con entusiasmo al successo e i tifosi, sventolando la nostra (...)
(...) bandiera, dimenticano le faziosità del tifo per la squadra del cuore. E quando una buona canzone si impone (ad esempio Nel blu dipinto di blu, che si è affermata in tutto il mondo), diventa popolare e amata a Milano come a Roma, in Piemonte come in Friuli o in Puglia o in Sicilia. Mi sembra dunque che il prossimo anno, in occasione del centocinquantenario dell’unità d’Italia, per il Festival di Sanremo sarebbe una buona idea raccontare la storia italiana attraverso le sue canzoni, quelle che hanno emozionato le più remote e più recenti generazioni. Mi permetto di ricordare, correttamente ma sempre sommessamente, che sono stato per tre volte uno degli autori della manifestazione ligure e mi considero nulla di più - al massimo - che un portafortuna: tutte e tre le edizioni, infatti, hanno avuto un esito trionfale. Il merito è soprattutto dei conduttori, Paolo Bonolis (2005 e 2009) e Antonella Clerici (2010), degli organizzatori e della formidabile squadra tecnica - la cosiddetta struttura - che la Rai, spesso incolpevolmente al centro di tempeste, puntualmente riesce a mettere in campo. Non vorrei dunque che la mia sortita fosse considerata come una invasione di campo, o come una candidatura! Scrivo semplicemente come un portafortuna, come ho detto, e certo come un autore di programmi di intrattenimento, ma in questo caso prioritariamente come un telespettatore che ama Sanremo e gli riconosce, non solo nel territorio musicale, una primazia televisiva.
E se debbo avanzare una sollecitazione, è questa sola: leggo sui giornali le più svariate candidature per la conduzione, tutte apprezzabili, da Baudo a Conti, a Morandi, Ranieri, Frizzi, Bruno Vespa, per arrivare a Elisabetta Canalis e Belen ed altri e altre ancora, ma nulla è ancora deciso - mi sembra -. Raccomanderei ai dirigenti dell’azienda di fare presto: per esperienza diretta, so bene quanto lavoro e quante fatiche ci siano dietro, prima e durante, i cinque giorni sanremesi. Con Bonolis si cominciò a lavorare a maggio, con Antonella a luglio. Penso che alcune delle più belle canzoni della storia italiana - nell’anno fatidico 2011 - potrebbero essere cantate (a mio gusto senza variazioni, aggiustamenti o, peggio, stravolgimenti) dai giovani nella parte della manifestazione a loro dedicata, eventualmente, come usa da un po’ di tempo, accompagnati dai big.
Ovviamente, con queste inedite esecuzioni, si dovrebbe pensare a immagini e a idee per proporre un affresco del costume italiano, e la società dell’epoca, di fine Ottocento e del Novecento, con testimonianze significative - sempre e tutte con valenze spettacolari -. La selezione sarebbe assai ardua, certamente. Ognuno di noi è legato a emozioni e sentimenti diversi, di fronte alle canzoni del cuore! Per quanto mi riguarda, penso a ciò che canticchiavano i miei nonni e i miei genitori... Provo a stuzzicare la vostra opinione, i vostri ricordi e i vostri gusti. Addio mia bella addio e Tu che mi hai preso il cuor, Ninì Tirabusciò e ’O surdato 'nnamurato..., Creola e Balocchi e profumi, Parlami d’amore Mariù e Ma le gambe... E Mille lire al mese? E ancora: Pippo non lo sa, Ba ba baciami piccina!, Ti parlerò d’amor...
Le suggestioni arrivano e sono tramandate da lontano, ma le canzoni seriamente candidabili sono decine: solo rileggendo questi pochi titoli, mi accorgo della dimenticanza di ’O sole mio! Mentre nella mente riaffiorano nomi celebri, tutti da ricordare, come Enrico Caruso, Vittorio De Sica, Carlo Buti, il Trio Lescano, Alberto Rabagliati, Wanda Osiris... Mi sono fermato prima degli anni Cinquanta: tutti ricordano bene le canzoni (comunque alcune da inserire, anche se recenti) dalla nascita del Festival in poi. Sì, mi piacerebbe assistere a un Sanremo così. E a voi? Se poi, per Sanremo, si pensasse ad altro, mi piacerebbe, in poltrona, seguire un altro programma, comunque fondato sull’intreccio tra la nostra storia e canzonette (sono solo canzonette?).

Ma aggiungo, per estrema sincerità: se per il Festival - per cui sarebbe sfacciato farsi avanti - pensasse ad altri contenuti, beh, ammetto che per un’altra idea del palinsesto televisivo 2011 mi piacerebbe davvero lavorarci, a un progetto impostato così.
cesare@lamescolanza.com

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