Falcone, riaperto caso sull'attentato all'Addaura

Ripartono con nuovi indagati, dopo 21 anni, le indagini sul fallito attentato dell’Addaura contro Giovanni Falcone. La procura di Caltanissetta ha ordinato il prelievo delle tracce di Dna dalla muta, dalle pinne e dagli occhiali adoperati dai sub che piazzarono una borsa con 20 chili di esplosivo

Falcone, riaperto caso sull'attentato all'Addaura

Palermo - Ripartono con nuovi indagati, dopo 21 anni, le indagini sul fallito attentato dell’Addaura contro Giovanni Falcone. Sull’indagine vige il massimo riserbo e non sono trapelate indiscrezioni circa le persone che sarebbero iscritte nel registro degli indagati. L’unica certezza è che la procura della Repubblica di Caltanissetta, che conduce l’inchiesta, ha ordinato il prelievo delle tracce di Dna dalla muta, dalle pinne e dagli occhiali adoperati da sub che il 19 giugno 1989 piazzarono una borsa con 20 chili di esplosivo sulla scogliera nella quale si affacciava la villa di Falcone sul lungomare dell’Addaura.

Per compiere l’accertamento il procuratore Sergio Lari e gli altri due Pm titolari dell’inchiesta, l’aggiunto Nico Gozzo e il sostituto Nicolò Marino, hanno fatto ricorso a un incidente probatorio. Il Dna prelevato dalle attrezzature dei sub abbandonate sulla scogliera sarà confrontato con quello di Emanuele Piazza e Antonino Agostino, due collaboratori dei servizi segreti uccisi a ridosso del fallito attentato: Agostino fu assassinato con la moglie, Ida Castellucci, il 5 agosto 1989; Piazza scomparve il 16 marzo 1990.

Negli ultimi giorni sono emersi elementi in base ai quali si è ipotizzato che Piazza e Agostino fossero stati chiamati per disinnescare l’ordigno piazzato con il coinvolgimento di pezzi dei servizi segreti.

Attorno all’attentato, in sostanza, si sarebbero confrontate due componenti dei servizi di sicurezza: una parte avrebbe difeso Falcone, l’altra avrebbe cospirato contro il magistrato ucciso poi nella strage di Capaci del 23 maggio 1992.

"Siamo in fase di indagine". È l’unico commento rilasciato dal procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, sugli ultimi sviluppi nell’inchiesta sul fallito attentato dell’Addaura contro Giovanni Falcone.  

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