Faletta, la cascina dei tre fucili

E cco un Piemonte amichevole e solare, lontano da certe austere introversioni langarole. È la Tenuta Cascina Faletta, arrampicata sulle prime colline del Monferrato casalese. Un ristorante, un agriturismo e, ciò che più per noi conta, una cantina. Che produce un pugno di vini piacevoli tutti con il logo con tre fucili incrociati che riproducono quelli trovati nel corso di una ristrutturazione della cascina in una stanza nascosta e cieca, dei Carcano modello 91 carichi e avvolti in una copia del 1° gennaio 1947 dell'Uomo Qualunque, il quotidiano dell'omonimo movimento fondato da Guglielmo Giannini che ha dato origine alla parola «qualunquismo».

Un curioso misteri che i proprietari di Cascina Faletta non hanno mai sciolto, che dà un po' di pepe in più ai vini. Partiamo dai due bianchi fermi: il Primo Bianco è uno Chardonnay vinificato in acciao, dal profumo delicato e floreale e dal sapore secco e sapido; il Myricae è un «cru» sempre di Chardonnay, prodotto da uve coltivate nel Bricco del Mandorlo, a cui l'affinamento per dodici mesi in botti sulle fecce nobili dona al naso una maggiore complessità (tropicale e burrosa) e in bocca una piacevole grassezza.

Tre i rossi: il Braja è un Barbera da uve del vigneto storico, ed è un po' il vino bandiera dell'azienda, beverino ma anche con buona propensione all'invecchiamento; il Rosso di Rosso è un blend di Pinot Nero e Syrah vinificati separatamente con affinamento dapprima in legno e poi in acciaio, un naso intenso di frutti neri e pepe; il 3 Fucili è un Pinot Nero in purezza che fa un anno in botte, elegante ma al contempo dalla silhouette decisa. Infine due spumanti: lo charmat Incontro, da uve Pinot Grigio e Chardonnay, e il metodo classico rosato Marchesa Virginia, molto femminile nei suoi aromi di fragola e di lievito.

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