Aifa, stretta sulle prescrizioni di vitamina D

Due studi scientifici dimostrano che la vitamina D non è utile nel ridurre il rischio di fratture nella popolazione sana: ecco cosa cambia sulle prescrizioni mediche

Aifa, stretta sulle prescrizioni di vitamina D

Cambiano le regole per la prescrizione medica della vitamina D e dei suoi analoghi (colecalciferolo, calcifediolo): l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha aggiornato la Nota 96 sui nuovi criteri basati sull'evidenza scientifica degli ultimi studi. Affinché venga prescritta, il livello minimo nel sangue non dovrà essere più pari a 20 nanogrammi per millilitro ma a 12 nanogrammi.

Il nuovo ruolo della vitamina D

In un comunicato, l'Aifa spiega che sono cambiati i criteri "a seguito della pubblicazione di nuove evidenze scientifiche che hanno ulteriormente chiarito il ruolo della vitamina D in assenza di concomitanti condizioni di rischio". Nello specifico, si tratta dello studio americano Vital (pubblicato sulla rivista Nejm nel 2022) e di quello europeo Do-Health (pubblicato su Jama già nel 2020). In entrambi gli studi si evince che la vitamina D non previene e non migliora in alcun modo il rischio di fratture ossee nella popolazione sana se non si hanno fattori di rischio come l'osteoporosi. "Questi risultati si sono confermati anche tra i soggetti con livelli più bassi di vitamina 25(OH)D", ha aggiunto l'Aifa: si tratta di una forma particolare di vitamina D prodotta dal fegato ed è un valore che serve a valutare le riserve che si hanno nel sangue.

Il tema legato al Covid

Gli stessi studi, tra l'altro, sottolineano quanto già avevamo imparato in pandemia: assumendo vitamina D non si previene e non si riduce il rischio di contrarre il Covid-19. "Al momento attuale non esistono elementi per considerare la vitamina D un ausilio importante per la lotta contro il coronavirus", si legge nella Nota. I nuovi studi, poi, hanno introdotto una nuova categoria di rischio di cui fanno parte le persone che hanno "gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio" ed è stato introdotto un nuovo paragrafo sui potenziali rischi associati all’uso improprio dei preparati a base di vitamina D.

Come scrivel'Agenzia, la Nota 96 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 2023.

Repubblica ha ricordato che il nostro Sistema Sanitario aveva speso fino a 280 milioni di euro per il rimborso sulla vitamina D: il calo era iniziato nel 2020 quando proprio l'Aifa aveva iniziato a mettere dei paletti con la prima nota alle prescrizioni ma in epoca di Covid, poi, si era nuovamente impennato il consumo del 20% a causa delle prescrizioni mediche con una spesa media pro-capite di 5 euro. Quotidianamente, in Italia, 142 persone su mille ne assumerebbero una dose.

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