Un cervello esterno per riprendere a camminare dopo l'ictus

L'apparecchio di elettrostimolazione VIK16 permette di rieducare ai movimenti dopo lesioni midollari, polineuropatie e sclerosi: gli impulsi "dialogano" con i muscoli del paziente in base alle risposte ricevute

Un cervello esterno per riprendere a camminare dopo l'ictus
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Dopo un ictus o un trauma al sistema nervoso può accadere di dover re-imparare a muoversi. Gesti, postura e andatura dati per scontati prima della malattia, e ora perduti, si possono recuperare anche con l’aiuto di tecnologie medicali.

La medicina riabilitativa si è sempre avvalsa di apparecchi capaci di fornire elettrostimolazione muscolare fin dall’800, l’intuizione dello stimolo elettrico risale addirittura ai tempi degli antichi romani.

Un cervello esterno

Oggi gli sviluppi della tecnologia applicata, hanno permesso di realizzare strumenti a tal punto sofisticati da apparire come “cervelli esterni”. Uno di questi è la workstation di stimolazione elettrica funzionale VIK16, certificata e brevettata dalla società VIKTOR S.r.l. fondata con il ricercatore russo Viktor Terekhov, residente in Italia da 35 anni e con un background in ambito neuro riabilitativo, sportivo e aerospaziale.

Fondatori dell’azienda anche l’ingegner Guido Gabbrielli (Responsabile Tecnico) e il dott. Mario Gabbrielli (Amministratore Unico). “È una workstation che dialoga con il sistema nervoso centrale (SNC) attraverso stimoli funzionali neuromuscolari - ha spiegato Guido Gabbrielli che ha contribuito alla realizzazione del progetto – L’apparecchiatura, infatti, richiede la collaborazione del paziente, che diventa parte attiva del processo riabilitativo, modulando gli interventi in base alle risposte fisiologiche monitorate tramite sensori. L’elettrostimolazione è in grado attraverso impulsi fisiologici e sincronizzati con il movimento del paziente, di rieducare gli schemi motori attraverso input e informazioni corrette che dai nervi e muscoli periferici creano dialogo con il sistema nervoso centrale, andando a guidare e incrementare i processi di neuroplasticità e quindi il risultato riabilitativo”.

La tecnologia brevettata si chiama AFESKTM (stimolazione elettrica funzionale adattiva kinesiterapica) e, nel caso di VIK16, coinvolge fino a 16 gruppi muscolari. Vi è inoltre la workstation portatile VIK8 (adatta anche per uso domestico) che può dialogare con 8 gruppi muscolari.

Come funziona

“Il nostro sistema nervoso è in grado di ricevere e analizzare gli stimoli e gli impulsi che arrivano dall’esterno - ha precisato il professor Alessio Baricich, Direttore della Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ospedale di Novara e docente presso l’Università del Piemonte Orientale, che da quasi un anno usa VIK16 sui propri pazienti - È adatta a tutti casi in cui vi è una possibilità di rieducazione funzionale. Quindi lesioni midollari, postumi di ictus, sclerosi multipla, polineuropatie. Gli obiettivi riabilitativi sono sempre individuali e non ci sono effetti collaterali significativi”.
Il trattamento viene applicato in condizioni dinamiche chiedendo al paziente di camminare o pedalare, fare le scale o alzarsi da una sedia. “Si sceglie il movimento che si vuole rieducare, si posizionano gli elettrodi sui muscoli, poi avviene la stimolazione elettrica nella sequenza corretta per la camminata o il movimento che si desidera perfezionare - ha aggiunto Baricich - i tempi di trattamento possono variare da alcune settimane a periodi più lunghi in caso di patologie complesse”.

Il bando di Regione Lombardia

È inoltre in via di sviluppo, grazie ai fondi ricevuti attraverso il bando TechFast di Regione Lombardia, il prototipo di una tuta indossabile, dotata di canali di stimolazione preinstallati.

«Un progetto che renderà l’utilizzo del macchinario più facile e immediato, abbreviando i tempi di preparazione» spiega Guido Gabbrielli.

Sono diversi i centri che impiegano ed utilizzano quotidianamente la tecnologia AFESKTM: Brescia, Lecco, Novara, Torino, Mantova, Padova, Piacenza, Ancona, Agrigento oltre a Lugano.

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