Joe Biden, l’analisi dell'esperto sulla presunta malattia: affetto da "disturbo cognitivo"

Le analisi sul linguaggio verbale e non verbale di Joe Biden escluderebbero alcune importanti patologie: ecco di cosa soffrirebbe il presidente degli Stati Uniti

Joe Biden, l’analisi dell'esperto sulla presunta malattia: affetto da "disturbo cognitivo"
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Hanno destato grande scalpore non soltanto negli Stati Uniti ma in tutto il mondo le ultime performance del presidente americano Joe Biden che è sembrato sempre più confuso e fragile: dal modo di parlare alle parole utilizzate, da come si muove all'espressione del suo volto, in molti pensano che l'attuale numero uno della Casa Bianca possa avere qualche grave malattia. C'è chi parla di demenza senile fino ad arrivare al morbo di Parkinson ma non è detto che sia davvero una patologia legata a una malattia, anzi.

Cosa sono gli "effetti paradossi"

A provare a far luce sugli evidenti problemi di Biden ci ha provato Marco Trabucchi, già professore ordinario di Neuropsicofarmacologia nell’Università di Roma "Tor Vergata", specialista in psichiatria e direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia oltre ad essere presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Come prima ipotesi avanza la possibilità che i ritmi ossessivi del suo lavoro lo possano aver portato alla condizione che tutti hanno visto in tv. "Non è da escludere che l'allenamento fisico fatto in dosi eccessive, come l’allenamento psichico, provochi 'effetti paradossi' (indesiderati e opposti rispetto a quelli previsti, ndr). Perciò la pressione eccessiva potrebbe avere, anche in parte, danneggiato il presidente", spiega Trabucchi al Corriere.

Perché vengono escluse demenze e Parkinson

La verità, ovviamente, la conoscono soltanto i medici che seguono da vicino Biden ma alcuni elementi possono essere senz'altro utili quantomeno per escludere certe patologie. Nel discorso tv non ha parlato in maniera disinibita "come avrebbe potuto essere se davvero avesse una demenza. Se fosse davvero una persona affetta da demenza si sarebbe notato qualche momento di disinibizione, qualche uscita fuori posto. Invece da questo punto di vista non ha detto nulla di fuori posto", sottolinea lo psichiatra. In secondo luogo, a differenza di alcune ipotesi che si fanno negli Stati Uniti, non convince nemmeno il Parkinson perché, in questo caso, probabilmente si sarebbe saputo.

"Il presidente degli Stati Uniti ha un rallentamento, anche dell'attività motoria, osservabile nelle persone anziane ma che non rientra in una diagnosi di Parkinson. Quindi metterei da parte questa ipotesi - spiega Trabucchi - Inoltre Biden non ha la 'facies parkinsoniana', cioè viso immobile e inespressivo con fissità dello sguardo, tipico della malattia di Parkinson. E non mi pare che abbia tremori".

Le ipotesi sul disturbo cognitivo

Scartate alcune tra le malattie più gravi, quale può essere a questo punto la problematica di Biden? Lo psichiatra spiega che può trattarsi di "un disturbo cognitivo. Lo denunciano alcuni comportamenti, che vengono poi stigmatizzati dalla stampa". Da qui l'esperto ha spiegato che il presidente degli Stati Uniti potrebbe essere bersaglio dell'ageismo, ossia contro un pregiudizio o stigma nei confronti delle persone anziane che hanno la sua età. Si tratta di "un atteggiamento negativo verso qualsiasi espressione dell'invecchiamento, con la conseguente scelta di non investire denaro per aiutare gli anziani, di ridurre l'assistenza, eccetera".

Più che una vera e propria patologia, dunque, Biden rifletterebbe semplicemente l'età che ha (81 anni) che viene sommata allo stress quotidiano a cui è sottoposto visto il ruolo che ricopre. L'effetto ageistico, secondo il prof. Trabucchi, si riflette molto in queste elezioni americane ma "Biden non è mai scurrile. Se fosse demente, lo ribadisco, si sarebbe lasciato andare a qualche espressione più colorita".

E poi, conclude l'esperto, non soffrirebbe di forti disturbi di memoria e di fronte agli attacchi di Trump sarebbe riuscito a conservare "la sua lucidità. Ha una fluenza verbale discreta, con tutti i limiti indotti dalle circostanza".

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