I primi risultati sono promettenti ma è ancora lunga la strada per l'eventuale approvazione: un nuovo farmaco presentato all'Obesity Week in corso a San Antonio, Texas, da parte dell'azienza Viking Therapeutics impegnata nello sviluppo di nuove terapie per i pazienti affetti da disturbi metabolici ed endocrini, ha mostrato una capacità di dimagrimento molto elevata per i pazienti obesi arruolati nello studio tutt'ora in fase 1 che ha fatto perdere fino all'8,3% di peso in 28 giorni.
Come funziona il farmaco
La candidata pillola del futuro per aiutare le patologie che portano all'accumulo patologico di grasso corporeo oggi non ha ancora un nome ma soltanto una sigla (VK2735): nella sua azione mima l'azione di 2 ormoni che agiscono sull'intestino chiamati Glp-1 e Gipl. Nella totalità dei pazienti che hanno assunto questo farmaco (100 mg al giorno) è stata osservata una perdita di peso minima del 5% fino all'8,3%, una percentuale che si è mantenuta anche dopo quattro settimane dall'ultima compressa assunta. L'azienda ritiene che un trattamento continuato anche oltre i 28 giorni porterebbe ulteriori perdite di peso.
Gli effetti sui pazienti
Un'altra nota positiva del farmaco in fase di sperimentazione riguarda l'assenza, o quasi, di effetti collaterali: nel 99% dei casi sono stati lievi o moderati come riporta una nota. Lo stesso discorso si può applicare a eventuali problematiche gastrointestinali che sono state molto leggere o inesistenti nell'84% dei casi. I ricercatori proveranno a metterlo a punto sia come normali pillole ma anche tramite iniezioni sotto la pelle. In una nota ai propri investitori, l'analista di Jefferies Roger Song ha affermato che il farmaco di Viking "supera le aspettative" con VK2735 che ha raggiunto "una perdita di peso leader della categoria" e "ha probabilmente superato lo scenario migliore, mostrando la più elevata perdita di peso tra tutti i farmaci orali".
Crescono gli obesi in Italia
L'obesità è una piaga molto presente anche nel nostro Paese: l'Istat ha evidenziato che rispetto a 20 anni fa il numero di persone con questa patologia è aumentato di 1,6 milioni con un totale di quasi sei milioni da nord a sud. Rispetto al 2003 c'è un pericoloso +38%: è soprattutto la fascia d'età tra i 18 e 34 anni ad avere gli incrementi maggiori passando dal 2,6% al 6,6% della popolazione generale con un numero addirittura triplo nelle donne e doppio negli uomini. Aumenti anche nella fascia d'età 35-44 anni dove si passa dal 6,4% al 9,8% ma cresce in numero degli obesi anche tra le persone che hanno più di 74 anni (dall'11% al 13,8%).
Questa patologia dà origine a più di 200 complicazioni tra cui diabete, tumori e malattie cardiovascolari che hanno dirette conseguenze sull'aspettativa di tia e sulla mortalità. "L'obesità è molto più di un semplice eccesso di peso, basti pensare che il 41% tutta la mortalità cardiovascolare negli Stati Uniti corrisponde a un alto indice di massa corporea (Imc). Esiste, infatti, una chiara associazione tra Imc e ipertensione alla base delle principali malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e insufficienza cardiaca.
È stato osservato in Italia che l'ipertensione è presente nel 45% delle persone con un Imc normale, nel 67% di quelle con sovrappeso, fino ad arrivare all'87% in coloro che soffrono di obesità", ha dichiarato Paolo Sbraccia, Presidente di Ibdo Foundation.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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