
Papa Francesco sta attraversando un momento particolarmente delicato a causa dei due diversi episodi di insufficienza respiratoria acuta patiti nel corso della giornata di ieri.
Gli specialisti del Policlinico Gemelli di Roma che lo assistono hanno provveduto a effettuare una broncoscopia per eliminare in primis il muco che si era accumulato e successivamente sottoposto il papa a una ventilazione meccanica non invasiva. Le cure proseguono ora con l'ossigenoterapia ad alti flussi, un tipo di intervento di supporto che trova sempre più largo impiego soprattutto tra i pazienti con gravi difficoltà respiratorie. Ma in cosa consiste esattamente e cosa lo contraddistingue rispetto all'ossigenoterapia tradizionale?
Quella che è nota in ambito medico come High Flow Nasal Cannula non si limita a erogare l'ossigeno a bassi flussi attraverso maschere o cannule nasali, ma fornisce al paziente una miscela composta in parte da ossigeno ( FIO2 0,21 fino a FIO2 1) e in parte da aria umidificata e riscaldata (da 10 fino a 60 L al minuto). Nelle linee guida della European Respiratory Society viene preferita rispetto alla terapia standard “in casi di insufficienza respiratoria ipossiemica acuta, nelle pause dalla ventilazione non invasiva e dopo l’estubazione nei pazienti non chirurgici”.
In generale si predilige questa soluzione terapeutica quando ci si trova dinanzi a chiari episodi di insufficienza respiratoria acuta, cioè di incapacità da parte del sistema respiratorio del paziente di mantenere uno scambio di ossigeno e/o di anidride carbonica adeguato, vale a dire in casi di distress respiratorio da patologia respiratoria, come bronchioliti, polmoniti o asma, o derivante da patologia cardiaca, quando occorre un supporto ventilatorio post-estubazione oppure quando questo è destinato a pazienti con malattie neuromuscolari. Come accade per ogni terapia, ovviamente, esistono delle controindicazioni: ricorrendo ad essa si possono rischiare instabilità emodinamica, alterazione dello stato di coscienza, ostruzione delle vie aeree e pneumotorace.
Il largo impiego dell'ossigenoterapia ad alti flussi deriva dalla vasta gamma di benefici per i pazienti rispetto a quella tradizionale. Ovviamente l'ossigenazione nel sangue viene migliorata, essendoci la possibilità di determinare la concentrazione del gas tra il 21% e il 100%. Il supporto respiratorio ha una maggiore efficacia, dal momento che il flusso elevato consente di effettuare un “washout” liberando le vie aeree dall'anidride carbonica e riducendo lo sforzo del paziente. In numerosi casi, documentati dalla sperimentazione diretta, è stato possibile grazie al suo utilizzo evitare di ricorrere alla ventilazione meccanica invasiva, decisamente più dura da tollerare.
Infine, altro aspetto di fondamentale importanza, l'ossigeno è adeguatamente riscaldato ed umidificato per migliorare la clearance mucociliare (ovvero la funzione naturale di pulizia svolta naturalmente dalla mucosa delle vie respiratorie) e contrastare la secchezza delle vie aeree.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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