Pensioni basse, ospedali lontani: un anziano su quattro rinuncia alle cure

Costi e distanza dalle strutture comportano la rinuncia da parte di anziani svantaggiati alle visite mediche

Pensioni basse, ospedali lontani: un anziano su quattro rinuncia alle cure
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“Mi hanno dato appuntamento la mattina presto, ma non ho nessuno che mi accompagna all’ospedale”. “La visita costa troppo, magari prenoto tra qualche mese”. Sono solo alcune delle motivazioni per cui gli anziani rinunciano a curarsi. Parecchi ironizzano: “Appuntamento tra un anno? Chissà se sarò ancora vivo tra un anno”. E lasciano perdere. Non prevengono, non si curano e tirano fino al giorno in cui hanno bisogno di ricoveri d’urgenza e ambulanze a sirene spiegate.

Nel biennio 2022-2023 un anziano su 4 che avrebbero avuto bisogno di assistenza e cure ci ha rinunciato. E’ uno dei dati che emergono dalla sorveglianza Passi d'argento dell'Istituto superiore di sanità. Nei 2 anni, riporta l'Iss, "il 18% degli ultra 65enni (pari a 2,6 milioni di persone) ha dichiarato di aver rinunciato, nei 12 mesi precedenti l'intervista, ad almeno una visita medica o un esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno.

Escludendo gli anziani che hanno dichiarato di non aver avuto bisogno di visite o esami, la percentuale di coloro che hanno rinunciato sale al 23%. Fra le ragioni principali della rinuncia figurano le lunghe liste di attesa (nel 55% delle rinunce), le difficoltà logistiche nel raggiungere le strutture sanitarie o la scomodità degli orari (13%) e i costi troppo elevati delle prestazioni (10%).

La rinuncia è più frequente fra le persone socialmente più svantaggiate, per difficoltà economiche (39% tra coloro che hanno dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà contro 20% tra chi non ne ha) o per bassa istruzione (24% tra chi ha al più la licenza elementare contro 19% tra i laureati) e fra i residenti nelle regioni del Centro e Sud d'Italia (27% contro 16% fra i residenti nelle regioni settentrionali). Inoltre, la rinuncia alle prestazioni è più alta fra le donne (25% contro 21% fra gli uomini).

Tra le regioni con la percentuale più alta di rinuncia

risultano Sardegna (39,2%), Marche (33%) e Umbria (32,3%): la pensione non basta a coprire tutto, quel che sembra “superfluo” viene rimandato. E si va avanti con pensioni che, nel 30% dei casi, oscillano tra i 500 e gli 800 euro.

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