Con l'arrivo dei primi freddi invernali sarà più facile la circolazione del virus stagionale dell'influenza australiana che, come già annunciato dagli esperti, quest'anno sarà particolarmente insidiosa: per questo motivo si moltiplicano le raccomandazioni per fare il vaccino e avere una soddisfacente protezione delle difese immunitarie ed evitare complicazioni.
Quali sono i rischi
Secondo il prof. Fabrizio Pregliasco dell'Università degli Studi di Milano questo virus potrebbe "scatenare una tempesta citochinica (significa infiammatoria, ndr), quindi una risposta esagerata dell’organismo (un po' come c'è anche nel covid, quando si manifesta) in modo pesante o un’autoimmunità". Niente paura, si tratta di casi piuttosto rari e nei soggetti più fragili. Oltre all'infiammazione può dar luogo a confusione mentale e disorientamento.
Cosa sapere sul vaccino
Interpellato dal Messaggero, Pregliasco ha spiegato che il vaccino può dare le classiche controindicazioni come dolori muscolari e febbre "ma sempre meglio dell'infezione" che può dar luogo ai sintomi sopra drescritti. Per avere un effetto maggiore i vaccini di quest'anno "sono ad alto dosaggio e danno una risposta immunitaria anche superiore a quelli del passato". Tra gli effetti collaterali della vaccinazione un senso di malessere generalizzato e la febbre, sintomo principale della risposta del nostro organismo, che si risolve al massimo entro due giorni, un periodo molto più breve degli effetti influenzali.
Quando conviene farlo
C'è sempre un gran dibattito sull'esatto periodo per farlo: una regola non c'è ma bisogna sapere che il vaccino ha una copertura di circa 6-7 mesi e che tra poche settimane, a causa dell'inevitabile diffusione, il virus circolerà maggiormente. La protezione effettiva si avrà a partire da 10-12 giorni dopo averlo effettuato. "Oggi ci sono vaccini cosiddetti adiuvati o ad alto dosaggio che danno una risposta immunitaria anche superiore a quelli del passato e protezioni maggiori. Che vengono dedicati ai soggetti più fragili e a rischio", spiega Pregliasco. L'esperto spiega dunque che sarebbe bene farlo entro la fine del mese di novembre per arrivare preparati al picco influenzale delle settimane successive.
Quando bisogna aspettare
Uno dei pochi casi in cui bisogna posticipare la data prevista per effettuare la vaccinazione antinfluenzale è in presenza della febbre. "Anche pern non dare la colpa al vaccino di qualcosa che poi emergeva da solo - sottolinea Pregliasco - Per il resto, un po' di naso chiuso o un po' di febbre non devono fermarci. Perché altrimenti il rischio è posticiparlo troppo".
Infine, un avviso agli asmatici: non ci sono controindicazioni sulla vaccinazione visto che la stessa asma può complicare il quadro clinico in caso di infezione. "Ormai ci sono studi consolidati che questo (teorico) potenziale rischio del vaccino che possa causare attacchi asmatici non è realistico. È anzi dimostrato che riduce le esacerbazioni asmatiche".
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